Una maxi operazione coordinata dalla polizia di Verona e dalla guardia di finanza ha messo fine a un incubo durato 3 anni. Sono 8 le misure cautelari emesse dal gip per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione a carico di altrettanti soggetti, attivi in diverse province del nord Italia.
Violenze sessuali e sfruttamento della prostituzione a Verona e nel nord Italia
Una rete collaudata e profittevole di prostituzione, spaccio di droga, truffa, ricettazione e detenzione illegale di armi in sette comuni del nord Italia. La polizia e i Baschi Verdi della guardia di finanza, coadiuvata dal Reparto Prevenzione Crimine del Veneto, hanno sventato il racket, che coinvolgeva i comuni di Verona, Castel d’Azzano, San Giovanni Lupatoto, Valeggio sul Mincio, Bosco Chiesanuova, Erbezzo e Vigasio.
Le indagini hanno portato alla luce i fatti accaduti fra il 2021 e il 2023, in continuazione a due precedenti attività investigative delle Fiamme Gialle scaligere e dalla Polizia di Stato. Dei soggetti finiti nel mirino dell’inchiesta 6 sono stati raggiunti dalla misura cautelare in carcere, mentre 2 ai domiciliari.
A loro sono imputati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, violenza sessuale e violenza sessuale aggravata, truffa, ricettazione e detenzione di armi clandestine e abusi sessuali su minore.
L’inizio delle indagini
La scoperta del terribile giro di attività illecite è avvenuto già nell’ottobre del 2022, quando le fiamme gialle della città veneta avevano arrestato un cittadino italiano e residente a Zevio, durante un’indagine antidroga.
L’uomo era in possesso di sostanze stupefacenti, un’arma da fuoco detenuta illegalmente e, pertanto, accusato di ricettazione e spaccio. Gli agenti avevano, perciò, proceduto alla perquisizione dell’abitazione, ritrovando circa 100 grammi di hashish e una pistola Taurus di calibro 9, priva di matricola.
La ricostruzione del caso ha condotto le fiamme gialle, nei primi mesi del 2023, all’identificazione di un altro cittadino italiano, che aveva acquistato diverse armi da fuoco, fra le quali una pistola, un Kalashnikov e un fucile a pompa.
A sua volta, ciò ha permesso l’identificazione di un terzo italiano, raggiunto oggi dalle misure cautelari, e che allora aveva acquistato munizioni e armi per condurre comportamenti intimidatori e attività illecite, come truffe online sulla vendita di automobili e l’affitto di appartamenti.
Gli inquirenti hanno eseguito ulteriori indagini nel maggio 2023, sulla base delle testimonianze di una vittima di violenza sessuale e dal contenuto delle registrazioni fatte con il cellulare, scoprendo, così, l’ampio racket.