Nel corso delle ultime settimane, si è parlato molto di Pullix. Il motivo di questa attenzione deriva dal fatto che le criptovalute, com’è noto, sono al momento oggetto di scambio su due tipi di piattaforma: centralizzata e decentralizzata. Si tratta in effetti di due modalità di commercio molto diverse, a partire dalla necessità sui CEX (Centralized Exchange) di affidare alla piattaforma le chiavi private del proprio wallet, da parte degli utenti.
Naturalmente, questo è solo uno dei motivi di diversità, ma non il solo. Ognuna delle due tipologie di exchange, comunque, presenta punti di forza e difetti di cui gli utenti dovrebbero tenere conto. A meno di non optare per una via di mezzo, quella rappresentata appunto da Pullix.
Pullix: cos’è e cosa si propone
Pullix punta a distinguersi dalle altre piattaforme di scambio, centralizzate o decentralizzate, per un modello di trading innovativo. Un vero e proprio ibrido il quale si propone di mettere insieme le migliori caratteristiche di CEX e DEX (Decentralized Exchange). E, naturalmente, di risolvere grazie a questo approccio i problemi che entrambi i modelli prospettano ai propri utenti.
Il primo punto che affronta è proprio quello relativo all’autonomia degli utenti, da perseguire senza lasciare sul campo la necessaria sicurezza. A rendere possibile quest’ultima è in particolare il fatto che il nuovo exchange è stato costruito sulla Ethereum Virtual Machine (EVM). Di conseguenza gode degli elevati livelli di sicurezza ad essa collegati.
I trader, inoltre, nel modello di trading prospettato da Pullix, non devono rilasciare le chiavi private del proprio wallet. Si tratta di un punto dirimente per molti utenti DeFi, impauriti dai tanti crac di exchange centralizzati che hanno ingoiato nel baratro provocato ingenti risorse, con il logico corollario di polemiche susseguite ad ogni evento di questo genere.
Altro vantaggio prospettato da Pullix è poi di carattere burocratico. Gli utenti, infatti, non devono sottoporsi a quelle verifiche KYC (Know Your Customer) viste spesso con evidente fastidio dagli interessati.
Il Trade-to-Earn di Pullix
L’ecosistema Pullix vede la presenza del token PLX, al momento in vase di prevendita. Il coin nativo della piattaforma ha le stesse caratteristiche dei token di servizio che alimentano altri exchange. Permette a chi lo detiene di avere sconti sulle commissioni di transazione e di prendere parte ai processi di governo interni alla rete. Cui si aggiunge la possibilità di avere un accesso esclusivo alle nuove funzionalità che la piattaforma si propone di sfornare.
La caratteristica che potrebbe rivelarsi un valore aggiunto per Pullix, è però da ravvisare nel programma Trade-to-Earn. Chi aderisce ad esso, infatti, ha la possibilità di condividere una quota dei profitti collezionati dallo scambio. Si tratta di una novità di non poco conto, la quale risponde naturalmente all’esigenza di radunare una folta comunità intorno al progetto.
Considerato lo scontento che serpeggia nelle fila dei trader, derivante da commissioni spesso troppo elevate, dai problemi di sicurezza e dalla scarsa liquidità di molte piattaforme, Pullix potrebbe in effetti rivelarsi una sorpresa in grado di sparigliare le carte in un settore che, nel corso degli ultimi anni, ha avuto molti problemi.
Le prospettive per il futuro
Pullix si va ad inserire in un contesto molto particolare, quello degli exchange di criptovalute. Un contesto in cui convivono piattaforme centralizzate e decentralizzate il cui funzionamento è, all’atto pratico, molto diverso.
La forte polemica che ha investito nel corso degli ultimi anni i CEX, infatti, ha lasciato una porta aperta in cui si sono andati ad infilare i DEX, proponendo la risoluzione di alcuni problemi tipici dei primi. Le piattaforme decentralizzate, però, sono a loro volta caratterizzate da altri problemi, a partire dalla difficoltà di utilizzo per i trader meno esperti.
Pullix ha intrapreso un percorso estremamente originale per farsi largo, optando per una soluzione ibrida. Nella quale vengono assunti i pregi degli scambi centralizzati e decentralizzati, cercando al contempo di espellerne i difetti. Una scelta che è stata premiata dall’attenzione degli investitori e dal successo tributato alla prevendita del suo token PLX. Sono infatti già sette i milioni entrati nelle casse dell’azienda, quando la prevendita è ancora in corso. Un successo che ha spinto alcuni analisti a indicare in Pullix una possibile alternativa a Binance.