Quando arriva l’aumento delle pensioni per l’effetto del taglio IRPEF? Molti pensionati si pongono questa domanda, altri invece dubitano che le cifre in gioco siano così importanti da fare la differenza. Nel frattempo, l’INPS ha elaborato il cedolino di marzo 2024, fornendo maggiori dettagli sull’aumento delle pensioni. Vediamo insieme quali sono le ultime novità sulle pensioni.

Pensioni: quando arriva l’aumento?

 A partire dal mese di marzo, sulle pensioni sarà applicato il taglio IRPEF, come confermato dall’INPS in una nota resa nota il 20 febbraio 2024. L’Istituto procede all’applicazione delle novità istituite dal decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, partendo dal rateo di pensione di marzo 2024.

Le trattenute IRPEF vengono applicate sulla base della riduzione degli scaglioni di reddito passati da quattro a tre. Le nuove disposizioni saranno visibili nel cedolino di pensione di marzo alla voce ‘”da questa mensilità la tassazione viene applicata sulla base degli scaglioni IRPEF del decreto legislativo 216/2023″.

Inoltre, i pensionati riceveranno la pensione aggiornata alle nuove disposizioni e il conguaglio dovuto al ricalcolo dell’IRPEF riconosciuto sui ratei del trattamento riferito al periodo di gennaio e febbraio 2024.

Quando entrano in vigore le nuove aliquote IRPEF sulle pensioni?

 Come annunciato, l’INPS applica le disposizioni relative al ricalcolo dell’IRPEF. Consultando il cedolino di marzo, sarà possibile visionare l’importo dell’aumento derivante dalla riduzione delle trattenute fiscali, che si traduce in un reddito più alto per gli aventi diritto. Tuttavia, non tutti noteranno aumenti significativi poiché il ricalcolo viene applicato sul reddito.

Di conseguenza, coloro con un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro godranno di una riduzione dell’imposta media pari al 2%, poiché la nuova IRPEF prevede l’applicazione dell’aliquota al 23%. Di seguito, è riportato l’elenco dello scaglione della nuova aliquota IRPEF:

  • per i pensionati con redditi fino a 28.000 euro viene applicata l’aliquota al 23%;
  • per i pensionati con redditi superiori a 28.000 euro ma entro 50.000 euro, viene applicata l’aliquota al 34%;
  • per i pensionati con redditi che superano i 50.000 euro viene applicata l’aliquota al 43%.

È importante notare che nella stessa comunicazione, l’INPS fornisce anche dettagli sull’adeguamento dovuto per gli importi delle detrazioni personali da lavoro dipendente sulle prestazioni. Si tratta di detrazioni riconosciute in alternativa alla detrazione da pensione.

Perché la pensione di marzo 2024 è più bassa?

 L’aumento delle pensioni è dovuto all’applicazione del taglio dell’aliquota IRPEF; pertanto, si tratta di un beneficio diretto a sostenere i redditi medio-bassi. Alla fine, il reale aumento sarà notato dai redditi fino a 28.000 euro, su cui nel 2023 gravava un’aliquota media del 25%, ridotta al 23% dal 2024.

In pratica, ci si aspetta un aumento di circa 20 euro per i redditi di oltre 15.000 euro, mentre quelli fino a 28.000 euro l’aumento potrebbe raggiungere i 260 euro.

Pensioni: quando arriva l’aumento, ma anche le trattenute fiscali e conguagli a debito

L’INPS, nel cedolino di marzo, oltre ad applicare la nuova IRPEF, procede all’applicazione del conguaglio di fine anno 2024.

Durante il 2023, le trattenute erariali applicate (imposta IRPEF e addizionali regionali e comunali a saldo) sono risultate inferiori a quanto dovuto su base annua.

Pertanto, l’INPS procede al recupero di tali somme applicando le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e di febbraio 2024. Il debito potrà essere recuperato fino alla capienza totale dell’importo del rateo in pagamento.

Nell’ipotesi di ratei insufficienti, l’Istituto procede al recupero del totale applicando le trattenute sui ratei mensili successivi fino al saldo del debito.

È importante notare che le addizionali regionali e comunali sono recuperate in 11 rate, per il periodo compreso tra gennaio e novembre dell’anno successivo. Gli importi oggetto del conguaglio saranno certificati nella Certificazione Unica 2024.