Opposizione in allarme: i dati del monitoraggio effettuato dall’Osservatorio di Pavia sui tre telegiornali del servizio pubblico fanno emergere una grave sproporzione tra le presenze del Governo e quelle dell’opposizione, che viene sopravanzata e “doppiata” già dalle sole presenze del Cavaliere.

Il servizio pubblico non garantisce più il pluralismo politico attraverso i suoi telegiornali. Questo emerge dai risultati del monitoraggio di Tg1, Tg2 e Tg3 realizzato dall’Osservatorio di Pavia relativamente al mese di gennaio:secondo tali dati il solo Berlusconi ha totalizzato 6 ore e quaranta minuti di presenza in video, mentre tutti gli altri leader politici messi insieme hanno la metà del suo tempo. Il Presidente della Repubblica Napolitano è presente per 169 minuti nei tg di Stato, contro i 402 minuti del premier.

“Il presidente del Consiglio risulta primo in ogni classifica e distanzia clamorosamente tutti gli altri leader politici. Questo primato vale per i tg del prime time, per l’insieme dei telegiornali per il tempo di parola e per il più ampio tempo di antenna”: con queste parole Roberto Zaccaria (Pd), ex presidente Rai, ha denunciato il forte squilibrio nel pluralismo dell’informazione. “In tutti i telegiornali Berlusconi ha un tempo totale di oltre 400 minuti, contro i 72 di Bersani, i 54 di Casini, i 48 di Fini e i 25 di Di Pietro”: questi i numeri snocciolati da Zaccaria citando i numeri dell’Osservatorio, aggiungendo poi che “questi dati non tengono conto dei conteggi relativi ai videomessaggi e agli audio messaggi sui quali l’Agcom dovrebbe presto pronunciarsi, soprattutto in ordine alla loro natura pubblicitaria o informativa”.

Roberto Rao, capogruppo Udc nella Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai, interpreta come un campanello d’allarme i dati dell’Osservatorio. “Non ci scandalizza che il Tg1 di Minzolini sia governativo. Al di là dello spazio garantito alle opposizioni e ai minuti dati a Berlusconi, a impressionare è il fatto è che nei tg ci sono ormai tutte le voci del Pdl”, segnala Rao: “Da La Russa a Gasparri, da Cicchitto a Frattini, i tg Rai danno uno spazio abnorme alla maggioranza”.

Ma Giorgio Lainati (Pdl) vicepresidente della Vigilanza, vede le cose diversamente, come prevedibile: “Non ho visto gli ultimi dati dell’Osservatorio di Pavia, un istituto universitario di grande professionalità, ma credo che il problema vada visto da una diversa angolatura”. E prosegue: “Io non contesto quei dati. Ma penso che la comparazione vada fatta tra i tg e i programmi di approfondimento. Può essere che Vendola non si veda molto nei Tg, ma poi totalizza due ore e passa con “Annozero”. E che dire di un partito “virtuale” come il Fli di Fini che, da Mirabello in poi, era ovunque in Rai perché alzava la critica contro Berlusconi?”. La conclusione di Lainati: “A differenza di Zaccaria, io dico che sommando le uscite di Bersani, Fini e Casini nei vari talk, le cifre darebbero ragione a chi, come noi del Pdl, propone di bilanciare l’insieme dell’informazione. Non solo i tg vanno contabilizzati”. 

In questa querelle, secondo voi, chi ci rimette, se non noi cittadini, che non riusciamo a sapere quali siano esattamente le posizioni in campo, e che subiamo un sistema informativo che rende invisbili alcune posizioni e alcuni elementi del dibattito politico in corso?

Redazione Le Novae/ft