Anno dopo anno, l’amministrazione fiscale perfeziona gli strumenti a sua disposizione per monitorare i conti correnti, verificando che non ci siano discrepanze eccessive tra il saldo e la giacenza media.
La lotta dell’amministrazione fiscale contro l’evasione fiscale si avvale sempre più della tecnologia e dell’informatica, diventando cruciale nel rilevare eventuali irregolarità e frodi fiscali da parte dei contribuenti. Oltre a esaminare le dichiarazioni dei redditi, l’amministrazione fiscale può effettuare verifiche basate sui dati dei conti correnti dei cittadini.
Queste operazioni sono attualmente permesse anche dal Garante della Privacy, a condizione che siano utilizzate esclusivamente per controllare soggetti a rischio di evasione fiscale. Negli ultimi anni, lo Stato ha introdotto diversi strumenti di verifica, tra cui il Risparmiometro (o Evasometro) e la Superanagrafe, oltre al modello ISEE.
Quando l’Agenzia delle Entrate controlla i conti correnti?
Le situazioni considerate come evasione fiscale includono omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, dichiarazione errata dei redditi, mancato pagamento delle imposte, attività sommersa e frode fiscale. In caso di evasione fiscale meno grave, il contribuente può essere avvisato dell’esistenza di debiti fiscali non pagati che possono trasformarsi in cartelle esattoriali.
Un nuovo strumento con cui l’amministrazione fiscale può controllare i conti correnti è attraverso il modello ISEE. Dal 1° gennaio 2020, con l’avvio della DSU precompilata, sono iniziate le verifiche sui conti correnti dichiarati dai contribuenti. Il fisco cercherà omissioni e difformità riguardanti il valore complessivo del patrimonio mobiliare del nucleo familiare.
L’Evasometro e la Superanagrafe sono altri strumenti con cui il fisco controlla i conti correnti di persone fisiche e giuridiche. L’Evasometro verifica la coerenza tra i risparmi e i redditi dichiarati, scattando un controllo in caso di scostamento del 20% tra entrate e uscite. La Superanagrafe è un database che contiene i dati dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, consentendo al fisco di accedere a una vasta quantità di informazioni sui conti correnti.
In caso di movimenti sospetti, il contribuente deve fornire giustificazioni durante un contraddittorio preventivo con l’Agenzia delle Entrate. È essenziale che il contribuente sia in grado di dimostrare l’assenza di attività illecite, poiché l’onere della prova grava su di lui. In caso contrario, potrebbe scattare un controllo più approfondito sulla sua situazione finanziaria.
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