Cambiano le sanzioni per l’omessa dichiarazione dei redditi. La novità è stata introdotta nel sistema sanzionatorio tributario. Il Consiglio dei Ministri, il 21 febbraio 2024, ha convalidato, in via preliminare, il decreto legislativo in merito alla riforma del sistema sanzionatorio tributario. Sono state introdotte numerose novità per i contribuenti, inclusa la definizione di nuove sanzioni per chi omette la presentazione della dichiarazione dei redditi. Vediamo insieme quali sono le novità della riforma del sistema tributario.

Dichiarazione dei redditi: le novità sulle sanzioni

 Il legislatore ha modificato le attuali sanzioni amministrative previste per i contribuenti che non presentano regolarmente la dichiarazione dei redditi. È importante notare che il decreto legislativo è stato convalidato in via preliminare. Di conseguenza, dovrà essere approvato definitivamente, potenzialmente soggetto a ulteriori correzioni. Un altro aspetto rilevante riguarda la non applicazione del principio del “favor rei”. Come segnalato da investireoggi.it, questa particolarità risulta vantaggiosa per il contribuente, poiché la norma non viene applicata retroattivamente. Pertanto, le nuove disposizioni introdotte con la riforma avranno effetto solo per i periodi successivi alla loro implementazione.

Chi non presenta la dichiarazione dei redditi è sempre sanzionato?

 Secondo i tempi stabiliti dall’attuale normativa, la dichiarazione dei redditi viene considerata “omessa” quando non viene presentata entro 90 giorni successivi alla scadenza indicata per la presentazione. Nel caso in cui il contribuente non presenti la dichiarazione dei redditi entro il termine fissato per legge, ma lo faccia in un momento successivo entro 90 giorni dalla scadenza, la dichiarazione viene definita “tardiva”.

È importante ricordare che il sistema sanzionatorio prevede l’applicazione di un’ammenda per le dichiarazioni tardive. Se il contribuente regolarizza la sua posizione spontaneamente, versa una sanzione pari a 25 euro per aver presentato la dichiarazione in ritardo.

Tuttavia, se dalla dichiarazione dei redditi emerge un debito di imposta non regolarizzato nei termini previsti per la scadenza ordinaria, il contribuente può avvalersi del ravvedimento operoso per sanare la posizione debitoria. In caso contrario, se dalla dichiarazione emerge un credito di imposta, il contribuente può richiederne il rimborso o la compensazione.”

Quanto si paga per non aver fatto la dichiarazione dei redditi?

 Secondo quanto riportato da fiscooggi.it, anche se il contribuente regolarizza la propria posizione versando imposte e sanzioni ridotte prima di ricevere l’avviso di accertamento, per omessa presentazione della dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive si applica:

“La sanzione amministrativa va dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro”.

La riforma del sistema sanzionatorio modifica le sanzioni applicate alla dichiarazione dei redditi omessa; in particolare, le nuove sanzioni riguardano:

  • La sanzione amministrativa, che passa dal 120% al 240%, ora sarà del 120%.
  • Non vi è variazione per le sanzioni da 250 a 1.000 euro per imposte dovute, tuttavia non si esclude l’applicazione fino al doppio delle sanzioni per i soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili.
  • Per le dichiarazioni dei redditi omesse presentate oltre il periodo di 90 giorni dai termini previsti per legge, ma entro i termini del quinto anno successivo dalla data di presentazione ordinaria, ovvero nei termini previsti per l’accertamento e, se il contribuente non ha ricevuto l’avviso di accertamento, si applicano sanzioni del triplo dell’imposta dovute.
  • La sanzione per omesso versamento delle imposte dovute passa dal 30% al 25%.
  • Per i contribuenti che presentano delle dichiarazioni infedeli, la riforma prevede un’unica sanzione del 70%, anziché dall’90% al 180%, con una soglia minima di 150 euro.

Tali condizioni si applicano anche per le dichiarazioni IRAP.