Tanto, tantissimo studio, per dimostrare a tutti che il talento non deriva solo dal cognome che porti. Figlio d’arte, Gianmarco Tognazzi è partito dal basso, ha evitato di bruciare le tappe, ma si è fatto con grande merito la sua strada. Teatro, televisione e tanto cinema, nel corso della sua carriera ha interpretato ruoli comici, ma anche personaggi più impegnati. Una voce inconfondibile, che gli ha permesso di diventare anche un doppiatore rispettato. Sullo sfondo l’immancabile passione per il calcioe soprattutto per i colori rossoneri. Per commentare la gara di ritorno di Europa League, Rennes-Milan, Tognazzi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Rennes-Milan, Tognazzi a Tag24

“Abbiamo un vantaggio, ma non ancora è finita”. Pioli è stato chiaro alla vigilia della gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. La scorsa settimana il suo Milan si è imposto sull’avversaio, chiudendo la partita con uno schicciante 3 a 0 e mettendo una seria ipoteca sul passaggio del turno. Sottovalutare il match di ritorno però non è neanche contemplato. Dopo la battuta d’arresto arrivata in campionato contro il Monza, ora i rossoneri devono tornare a suonare la carica, centrando il traguardo degli ottavi di finale. Con lo scudetto ormai lontano, la competizione europea deve essere l’obiettivo numero uno del club. Per commentare Rennes-Milan, Tognazzi, grande attore di cinema, teatro e tv e noto tifoso milanista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il Milan parte con i favori del pronostico, ma deve riscattare il passo falso fatto contro il Monza. Che partita sarà?

“Intanto ci dobbiamo andare con i piedi di piombo, perché i tre gol delle andata non ci fanno comunque stare tranquilli. Io me la ricordo bene la finale di Istanbul e gente come Nesta e Maldini che sono riusciti a fare 4 a 1 in casa per poi perdere 4-0. Questo per dire che non si può mai dare nulla per scontato e che molto dipenderà dall’atteggiamento che avremo sin dai primi minuti. Se il Milan dovesse scendere in campo come ha fatto a Monza dobbiamo preoccuparci. Se invece sarà la squadra vista la settimana scorsa, sarà ben diverso. Purtroppo il problema fondamentale di questa squadra è che non si ha mai la tranquillità, non si sa mai cosa ci si deve aspettare e spesso, in determinati momenti delle partite, viene a mancare la concentrazione”.

E’ il difetto principale di questa stagione?

“Quando il Milan ha vinto lo scudetto, ha raggiunto il risultato perché aveva sempre concentrazione massima e aveva trovato energia e continuità anche nelle difficoltà. Quella era una squadra quadrata, mentre ora vedo un netto squilibrio, non solo dal punto di vista tattico ma anche mentale. Monza ha dato un esempio chiaro, altrimenti quando tu recuperi una partita, come hai fatto anche con l’Atalanta a Bergamo, poi non puoi scioglierti in quella maniera. Questa è irresponsabilità da parte dei giocatori, vuol dire che avevano staccato la spina. Magari determinate partite puoi anche vincerle grazie a un episodio o a una giusta dose di fortuna. Sul 2 a 2 però servivano concentrazione e attenzione massima, per come era arrivato il risultato”.

C’è stato un errore di valutazione da parte di Pioli? Qualcuno gli ha contestato di aver fatto un turnover troppo massiccio. 

“Credo sia più che altro una questione di maturità che ancora ogni tanto latita. Il mister è giusto che faccia le sue scelte, ma poi, come ha fatto, è giusto anche che si assuma le sue responsabilità se queste non si rivelano corrette. Tanto siamo tutti allenatori, e ognuno a cui chiedi avrebbe fatto in maniera diversa in ogni partita. Due settimane fa, a Udine, cambia i giocatori nei minuti finali e vince la partita e in quel caso il mister è un genio. Ma non funziona così. Serve un po’ più di equilibrio in qualunque tipo di valutazione. Nell’ultimo periodo avevo sentito spesso dire che Jovic fosse diventato fantastico, poi commette l’ingenuità con il Monza e all’improvviso non è più buono”.

E’ l’episodio che ha condizionato la partita…

“Quello è proprio l’esempio lampante di ingenuità e immaturità. Jovic è caduto in un tranello che Izzo fa sempre perché è un provocatore nato. È per questo che mi ritrovo spesso a parlare di imprevedibilità della squadra ed è per questo che dico ancora che la qualificazione non è in tasca al Milan. Con il Napoli o con il Lecce avevamo praticamente chiuso la partita e ci siamo fatti recuperare. Con cinque o sei punti in più, anche la lotta scudetto sarebbe stata completamente diversa. Ci sono state varie partite in cui, alla fine del primo tempo, i rossoneri sembravano avere concluso la gara”. 

Questo implica il fatto che ormai la lotta scudetto sia quasi chiusa, quali sono le differenze principali con l’Inter? 

“Le differenze sono evidenti se ripensiamo alla sfida con la Salernitana. Inzaghi evita di fare turnover, mette in campo i titolari e cerca in 45 minuti di chiudere la partita e portare a casa il risultato. Questa è la strategia dei nerazzurri. Il Milan invece ragiona in maniera differente. Pensate a Thiaw, un giocatore che non gioca da due mesi e che ha una fisicità complessa. Torna a disposizione, rientra immediatamente in campo e combina guai con il Monza. Ha fatto un primo tempo disastroso ed entrambi i gol arrivano per colpa sua. Utilizzarlo è un errore, ma parlare con il senno di poi è sempre facile. Mi auguro che non venga fatta la stessa scelta con Kalulu o Tomori, che rientrano dopo un mese e mezzo. Per riaverli al massimo ci vorrà tempo”. 

L’Europa League non è una competizione semplice, ma deve essere l’obiettivo del Milan?

“Il Milan deve puntare ad arrivare in fondo in qualunque competizione gioca. Deve metterci determinazione e purtroppo quest’anno ho la sensazione che pecchi troppo spesso. Per Pioli parlano i numeri perché ha fatto anche il record di punti importanti, ma se poi scivoli sulla buccia di banana quando non devi e manchi il sorpasso con la Juve vuol dire che non sei ancora maturato del tutto. C’è sempre l’incertezza su che tipo di partita andremo a vedere e che tipo di concentrazione manterrà la squadra su tutti e 95 minuti. Non ne bastano 90, altrimenti poi si rischia di buttare tutto il lavoro fatto prima. Questa si chiama maturità”.

Abbiamo parlato dell’Inter, ma anche la Juventus è superiore?

“Il Milan non ha la cattiveria delle altre due, non ha la cinicità di vincere anche di cortomuso come spesso ha fatto la Juventus. È una squadra che alterna partita e straordinarie a grossi errori. Ormai sono tre anni e dipende tutto dal Milan. Tutto ciò che i rossoneri non hanno deriva dal loro demerito, più che dal merito delle altre. Questo club può recriminare solo su se stesso”.