Dopo appena due udienze dall’inizio del processo, la Corte d’Assise di Macerata ha assolto per vizio totale di mente Michele Quadraroli, accusato di aver ucciso la madre 87enne Maria Bianchi e di aver tentato di darle fuoco nell’abitazione che condividevano a San Severino Marche.

Assolto per vizio totale di mente Michele Quadraroli

I fatti risalgono al 27 novembre 2022. Il 57enne, da tempo afflitto da problemi psichici, si era scagliato all’improvviso contro la madre anziana, colpendola ripetutamente con un paio di forbici al torace e al viso nell’abitazione che condividevano in via Raffaello Sanzio 7 a San Severino Marche, nel Maceratese.

Poi le era salito sopra, schiacciandola con il suo peso fino a romperle alcune costole e a comprimerle la cassa toracica. Questa la causa del decesso, secondo il medico-legale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo dell’87enne, che presentava anche delle bruciature, provocate dal tentativo dell’uomo di dargli fuoco con l’uso di carta e schiuma da barba.

Un delitto brutale, commesso da Michele Quadraroli in un momento di incapacità di intendere e di volere, secondo gli esperti che lo hanno visitato: quando colpì la madre pensava che fosse il diavolo. Qualche giorno prima si era presentato in ospedale lamentando di aver assunto troppi farmaci per il colesterolo e i medici di turno gli avevano fatto una lavanda gastrica.

Da un po’ lui si rifiutava di assumere la terapia che la psichiatra che lo aveva in cura gli aveva prescritto e ciò aveva provocato un ritorno dei suoi deliri. Maria Bianchi ne era preoccupata e il sabato precedente all’omicidio si era messa in contatto con la professionista per chiederle di convincere il figlio a riprendere i farmaci.

I giudici lo hanno assolto per vizio totale di mente, prevedendo il suo ricovero in una struttura ad alta sicurezza o ad alta intensità assistenziale per almeno dieci anni, al termine dei quali dovrà essere rivalutato. Al momento resta, infatti, socialmente pericoloso.

I precedenti di assoluzione simili

Non è il primo caso simile. È la legge a prevedere che, in caso di mancanza di capacità di intendere e di volere al momento dei fatti, l’autore di un reato venga assolto perché “non imputabile“. È successo a Gianluca Ciardelli, il giornalista che uccise la moglie Lorella Tomei nella loro casa alla Balduina, assolto.

Secondo gli esperti che lo hanno visitato, sarebbe affetto da una grave forma di disturpo bipolare maniacale. Disturbo che non gli avrebbe permesso di rendersi conto ciò che stava facendo quando il 25 maggio 2021 colpì la 63enne alla testa con un oggetto contundente, provocandone la morte.

I giudici hanno stabilito che dovrà trascorrere almeno 15 anni in una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, venendo curato. Prima di lui era già successo a Raffaele Fogliamazillo, finito a processo con l’accusa di aver ucciso a coltellate la moglie Angela Avitabile e poi assolto e ricoverato in una Rems; ma anche a Silvana Erzemberger, assolta per l’omicidio di Luigi Casati, consumatosi a Treviglio il 28 aprile 2022.

In molti ricorderanno il video che la riprendeva mentre, dopo essere scesa sotto casa, con una pistola sparava diversi colpi al vicino nel cortile condominiale: nel corso del processo a suo carico è emerso che è affetta da un grave disturbo delirante, un delirio cronico che non le permetterebbe di distinguere la realtà dall’illusione e che nel tempo l’avrebbe convinta di essere “perseguitata” dai dirimpettai, spingendola a far loro del male. Anche lei si trova in una Rems: dovrà restarci per almeno 5 anni.