Brutta tegola per la Fiorentina, costretta a rinunciare a Christian Kouame a causa della malaria. I Viola speravano di riabbracciare l’esterno dopo la vittoria ottenuta in Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio, ma a infrangere le speranze di tifosi, società e allenatore è arrivata la sfortunata diagnosi. Il calciatore è ora ricoverato per le cure e le terapie necessarie.

Kouame ha contratto la malaria, come sta il giocatore della Fiorentina

La vittoria, la festa e poi la doccia fredda. Anzi, ghiacciata.

Si potrebbero riassumere così gli ultimi giorni di Christian Kouamé, esterno della Fiorentina, passato dalla gioia della vittoria nella finale della Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio, alla diagnosi di malaria delle ultime ore.

A comunicarlo è stata la stessa società viola, con una nota ufficiale:

“ACF Fiorentina comunica che, in seguito a comparsa di febbre e malessere generale nella notte tra il 20 e 21 febbraio, il calciatore Christian Kouame è stato sottoposto nella mattina di oggi al test per valutare una possibile infezione malarica, alla quale è risultato positivo. Il calciatore è stato ricoverato per le cure opportune e verrà rivalutato nei prossimi giorni“.

Il rischio trasmissione della malaria fa tremare la Serie A, ma non c’è pericolo

Sebbene la malaria non sia più una malattia letale come in passato, il decorso dipenderà dalla reazione del fisico del calciatore e potrebbe richiedere alcuni giorni se non settimane. Certa, dunque, l’assenza di Kouamé dalla sfida di campionato contro la Lazio di Maurizio Sarri, prevista per lunedì 26 febbraio.

Ovviamente, la notizia della positività alla malattia ha fatto tremare anche altri club di Serie A che hanno avuto giocatori impegnati in Coppa d’Africa, alcuni dei quali entrati in contatto diretto proprio con Kouamé. Come il napoletano Victor Osimhen che lo ha affrontato con la sua Nigeria in finale, o il suo compagno di squadra Evan N’Dicka, difensore della Roma.

In realtà, però, non c’è nulla da temere. La malaria si trasmette, infatti, solamente attraverso la puntura di zanzare portatrici della malattia e non attraverso il contatto con soggetti contagiati.