Nel contesto economico e sociale del 2024, le famiglie italiane si trovano ad affrontare una sfida significativa relativa all’aumento dei costi dei prodotti per l’infanzia, una questione che merita un’analisi approfondita e un’attenzione particolare. La decisione del Governo di non rinnovare la riduzione dell’IVA per questi prodotti essenziali rappresenta un punto di svolta che influisce notevolmente sulle dinamiche di spesa delle famiglie con bambini piccoli.
Aumento IVA prodotti per l’infanzia: aumentano i costi per le famiglie
La Manovra 2024 ha introdotto modifiche significative riguardanti l’IVA applicata sui beni essenziali per l’infanzia, revocando la precedente riduzione dal 5% al 10%. Tale decisione capovolge un trend di alleggerimento fiscale che aveva offerto un certo sollievo economico alle famiglie nel 2023. L’analisi di Play Like Mum rivela che una famiglia con un neonato può arrivare a spendere oltre 327 euro al mese in prodotti come pannolini, salviette e creme protettive, posizionando l’Italia tra i paesi con il maggior onere economico per la cura dei neonati a livello globale.
La decisione del governo e le sue motivazioni
Lo scorso 16 ottobre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato la scelta di eliminare il beneficio dell’IVA ridotta sui prodotti per la prima infanzia nel disegno di Legge di Bilancio per il 2024. Nonostante l’intenzione iniziale fosse quella di favorire la natalità attraverso questa misura, l’osservazione che la maggior parte degli sconti IVA erano stati neutralizzati da aumenti di prezzo ha portato alla conclusione che il provvedimento non fosse più giustificato. La promessa di ridurre l’IVA sui prodotti per l’infanzia, parte del programma elettorale della coalizione di centrodestra, aveva trovato concretizzazione nel 2023, ma alla fine non è stata rinnovata per il 2024.
Aumento IVA prodotti per l’infanzia: conseguenze
L’incremento dell’IVA sui prodotti per l’infanzia ha sollevato preoccupazioni riguardo il crescente onere finanziario per le famiglie italiane. Le statistiche ISTAT hanno indicato un aumento dell’inflazione superiore al 5% nel settembre 2023, cioè un mese prima della decisione del governo sull’eventuale rinnovo della misura o meno, con particolare riferimento ai beni alimentari e per la cura della persona. La riduzione dell’IVA aveva inteso alleviare queste pressioni, ma l’efficacia è stata messa in dubbio da studi e monitoraggi che hanno evidenziato come gli effetti benefici fossero parzialmente assorbiti da dinamiche di mercato.
La decisione di non prorogare la riduzione dell’IVA va dunque inserita in un contesto più ampio di politiche economiche e sociali. Le misure fiscali, come la riduzione dell’IVA, sono strumenti potenti che possono influenzare significativamente il benessere delle famiglie, soprattutto in presenza di sfide economiche globali. È pertanto fondamentale che le politiche pubbliche siano accompagnate da strategie di monitoraggio efficaci che ne valutino l’impatto reale sulle famiglie e sui consumatori.
Riepilogo aliquote IVA 2023
Nel 2023, la Legge n 197 del 29 dicembre 2022 aveva introdotto una riduzione dell’IVA al 5% su una serie di prodotti critici per le famiglie, tra cui:
- Prodotti per l’igiene intima femminile come tamponi, assorbenti e coppette mestruali.
- Alimenti specifici per l’infanzia, inclusi latte in polvere o liquido, preparazioni alimentari a base di farine e semole, pannolini e seggiolini auto per bambini.
Novità Legge di Bilancio 2024
La revisione fiscale del 2024 prevede l’abolizione della riduzione dell’IVA per questi prodotti, stabilendo nuove aliquote che incidono notevolmente sul budget delle famiglie. In dettaglio:
- I prodotti per l’igiene intima femminile e vari alimenti per l’infanzia vedono l’IVA aumentare al 10%.
- I seggiolini auto per bambini, precedentemente beneficiari dell’aliquota ridotta, sono ora soggetti all’IVA ordinaria del 22%.
Aumento IVA prodotti infanzia: dettagli e implicazioni
La riduzione dell’IVA al 5% aveva generato un risparmio medio di 0,20 euro per confezione su prodotti come assorbenti e tamponi. Con il ritorno all’aliquota del 10%, si stima che le spese annue per queste necessità aumenteranno di circa 6 euro.
Di seguito le principali ripercussioni sui prodotti per l’infanzia:
- Biberon e alimenti: il risparmio medio per biberon e omogeneizzati, favorito dall’aliquota al 5%, viene meno. Per gli omogeneizzati, il risparmio annuo per famiglia si riduce notevolmente, impattando sul budget dedicato all’alimentazione dei neonati.
- Latte in polvere: le famiglie che si affidavano al latte in polvere riscontravano un risparmio annuo significativo, ora eroso dall’aumento dell’IVA.
- Pannolini: essenziali nella cura quotidiana dei bambini, i pannolini vedranno un incremento dei costi annui, considerando l’uso medio giornaliero.
Le conseguenze per le famiglie
L’aggiornamento delle aliquote IVA impone alle famiglie italiane un onere finanziario aggiuntivo significativo, stimato in circa 250 euro all’anno. Questo incremento rappresenta una sfida per il bilancio domestico, specialmente in un contesto economico già complesso.