“Vorrei chiedere scusa a tutti”. Sono queste le parole pronunciate da Davide Fontana, condannato in primo grado a 30 anni per aver ucciso la 26enne Carol Maltesi e oggi, 21 febbraio, di nuovo in aula per il processo d’appello.

La Corte dovrà decidere se confermare la pena precedente, oppure se condannare l’ex bancario e food blogger all’ergastolo, riconoscendo le tre aggravanti escluse in primo grado, come richiesto dalla Procura.

Omicidio Carol Maltesi, processo d’appello per Davide Fontana: rischia l’ergastolo

Fontana ha ucciso Carol Maltesi, vicina di casa ed ex fidanzata, l’11 gennaio 2022 nella sua abitazione a Rescaldina, colpendola con un martello prima di tagliarle la gola. Dopo aver sezionato il corpo, lo ha tenuto nel congelatore per quasi due mesi. Dopodiché lo ha gettato in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia.

Il killer non accettava la decisione della ragazza di trasferirsi a Verona per stare accanto al figlio di sei anni, avuto da una precedente relazione e affidato al padre.

Carol era conosciuta nel mondo del porno con lo pseudonimo di Charlotte Angie. E’ stata assassinata nel giorno in cui, proprio con Fontana- regista amatoriale- avrebbe dovuto girare dei filmini hard.

Durante l’udienza, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano, Davide Fontana è intervenuto per chiedere scusa, come aveva già fatto durante il processo di primo grado.

Vorrei chiedere ancora scusa a tutti per la cosa orribile che ho fatto, in particolare ai genitori di Carol, soprattutto a suo figlio. So che sembro distaccato quando parlo, invece provo grande dolore e grande sofferenza e ogni giorno penso a quello che ho fatto. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alle mie azioni.

Il processo di primo grado si è tenuto presso la Corte di Assise di Busto Arsizio. Non gli erano state riconosciute le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Una condanna, quella a 30 anni, ritenuta “troppo bassa” dai parenti della vittima.

Davide Fontana: “Darei la mia vita per tornare indietro”

I difensori di Fontana, Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri, premono sul rito abbreviato, che prevede uno “sconto” di un terzo sulla pena. Richiesta già rigettata durante l’udienza preliminare, proprio per le aggravanti che potrebbero portarlo all’ergastolo.

Intanto per l’ex bancario, oggi 44enne, si sta avviando “la fase della fattibilità concreta” di un percorso di giustizia riparativa. Ha ottenuto il via libera concesso dai giudici alla domanda di essere ammesso in uno dei centri previsti dalla legge.

Dei soldi non mi interessa nulla e il mio Tfr l’ho dato al figlio di Carol. Non so se potrò mai essere mai perdonato per quello che ho fatto, darei veramente la mia vita per tornare indietro

ha aggiunto Fontana in aula.