Si apre oggi, 21 febbraio, davanti al tribunale per i minori di Roma, il processo a carico del killer 17enne di Michelle Causo, uccisa a Primavalle il 28 giugno dello scorso anno. Il ragazzo, di origini cingalesi, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, di occultamento e vilipendio di cadavere.

Al via il processo al killer minorenne di Michelle Causo

O.D.S. ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato: in caso di condanna avrà quindi diritto a uno sconto di un terzo della pena. Secondo la Procura per i minori, che l’ha rinviato a giudizio, avrebbe ucciso l’amica di 17 anni Michelle Causo nell’abitazione che divideva insieme alla madre in via Giuseppe Benedetto Dusmet, nel quartiere Primavalle di Roma, al culmine di una lite.

Il motivo non è mai stato ricostruito. Stando alla sua versione, Michelle lo avrebbe minacciato con una pistola finta per convincerlo a ridarle le poche decine di euro che le doveva per una compravendita di droga e lui, spaventato, avrebbe reagito colpendola.

Ma è una versione che gli inquirenti non hanno mai ritenuto credibile, soprattutto perché dagli accertamenti è emerso che la pistola in realtà era sua. Cio è che certo è che, dopo averla accoltellata, aveva messo il suo corpo in dei sacchi neri per l’immondizia e, con l’aiuto di un carrello della spesa che si era procurato poco prima, lo aveva abbandonato vicino a dei cassonetti, con la speranza che i netturbini lo portassero via senza accorgersi di cosa si trattasse.

Un passante, notandolo in strada con i vestiti sporchi di sangue, aveva però dato l’allarme. I carabinieri – percorrendo la scia lasciata sul marciapiede dal carrello insaguinato – l’avevano colto in flagrante mentre cercava di ripulire la scena del crimine, arrestandolo e trasferendolo in un carcere minorile. Avevano ipotizzato che lui e la vittima avessero una relazione o che lui avesse tentato un approccio sessuale, venendo respinto e reagendo in modo esagerato.

Nel corso dell’interrogatorio il 17enne aveva poi parlato di un movente economico. Secondo i familiari di Michelle starebbe solo nascondendo la verità. All’arrivo in aula questa mattina hanno dichiarato ai microfoni dei giornalisti:

Ci aspettiamo una pena certa e severa, ha ammazzato nostra figlia, ci ha ammazzato tutti. Non è una questione di soldi, lui è un assassino viscerale, ha ammazzato una ragazza per poche decine di euro. Una morte così non si può accettare […]. Lo vogliono far passare per infermo mentale e invece su Internet ha cercato come uccidere colpendo punti vitali.

Lo riporta l’Agi.

Chiesta la perizia psichiatrica

Su istanza della difesa i giudici hanno chiesto una perizia psichiatrica per verificare la capacità di intendere e di volere del 17enne. L’incarico sarà conferito il prossimo 28 febbraio al professor Stefano Ferracuti. Lo riporta sempre l’Agi, citando anche il commento della madre della vittima all’uscita dal tribunale:

Gli hanno concesso la perizia psichiatrica ma per il pm è una persona normalissima, io sto male in depressione, con gli psicofarmaci.

La questione della premeditazione e dei complici

Risulta difficile credere che il giovane abbia commesso un delitto così efferrato per “20 o 30 euro” di debito, secondo l’accusa, che gli contesta l’aggravante della premeditazione. O.D.S. avrebbe infatti dato appuntamento all’amica con una scusa con il preciso intento di farle del male: la sera prima aveva cercato su Google “come accoltellare punti vitali“.

Risulta difficile anche credere che abbia fatto tutto da solo, secondo il nonno di Michelle, che più volte si è chiesto: “Lei era bella robusta, lui mingherlino. Come ha potuto sollevarla da solo, a peso morto?”. In effetti, subito dopo il delitto, il 17enne si era messo in contatto con degli amici. È possibile che abbia chiesto loro consiglio su come disfarsi del corpo? È possibile che almeno uno di loro abbia deciso di coprirlo? Sono tanti gli interrogativi ancora aperti e a cui il processo dovrà tentare di rispondere.

La speranza dei familiari della 17enne morta, dei suoi amici e del fidanzato Flavio è di arrivare alla verità e alla giustizia. “La morte di Michelle sia l’ultimo grido di una donna che dice basta alla violenza, agli omicidi”, ha dichiarato la madre Daniela, auspicando che il coetaneo della figlia venga giudicato “come un adulto”. Anche per il padre Gianluca il ragazzo non merita sconti. “Che lo mettano in carcere a vita”, ha detto, “che buttino la chiave”. A riportarlo è l’Adnkronos.