La tecnica dell’anestesia epidurale emerge come l’approccio più efficace nel mitigare le sensazioni dolorose durante il processo del parto. Di fatto, la stragrande maggioranza delle donne opta per l’epidurale più frequentemente rispetto a qualsiasi altro mezzo di analgesia disponibile. Ne parliamo con il Professor Giorgio Capogna (Direttore della Scuola Europea di Anestesia Ostetrica e Centro di Simulazione Materna Neonatale EESOA, Roma).
Giorgio Capogna è Direttore della Scuola Europea di Anestesia Ostetrica e Centro di Simulazione Materna Neonatale EESOA, Roma. È stato Research Fellow in Obstetric Anesthesia presso la Los Angeles County Med County, Assistant Professor in Obstetric Anesthesia presso la Pittsburgh University, Direttore di Anestesia Ostetrica presso il Fatebenefratelli Hospital e Head Department of Anesthesiology presso Città di Roma Hospital. È stato membro dell’Editorial Board di Anesthesia & Analgesia, International Journal of Obstetric Anesthesia, Current Opinion in Anaesthesiology, European Journal of Anesthesiology, Obstetric Anesthesia Digest. Svolge regolarmente attività di ricerca multidisciplinare e divulgazione scientifica sui temi del parto e del dolore materno.
Analgesia epidurale durante il parto
D: Professore, come possiamo controllare il dolore durante il parto?
R: Molte donne riescono ad affrontare adeguatamente l’ansia e la paura legate al parto e ad accettare il dolore del travaglio. Per altre invece il dolore può rappresentare una difficoltà in più che impedisce di vivere questo momento in modo sereno. In questo caso è possibile usufruire dell’analgesia epidurale che consente di controllare efficacemente il dolore partorendo comunque in modo naturale e spontaneo.
Il controllo del dolore del travaglio è ormai un diritto della donna, e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità può contribuire all’esperienza di un “parto positivo”.
D: Che cos’è l’analgesia epidurale?
R: L’analgesia epidurale è la tecnica più sicura ed efficace per controllare il dolore del travaglio e del parto. L’epidurale determina in pochi minuti la scomparsa del dolore lasciando inalterate tutte le altre sensibilità compresa quelle delle contrazioni uterine, che continuano ad essere percepite ma in modo non doloroso. Dopo aver ricevuto l’epidurale la donna è libera di muoversi e, se lo desidera, anche di camminare durante il suo travaglio.
Al momento del parto l’epidurale non riduce la forza muscolare e permette di spingere adeguatamente al momento dell’espulsione. Il parto avviene quindi con la piena partecipazione della futura mamma.
D: Ma in pratica di che cosa si tratta?
R: L’analgesia epidurale viene praticata da un medico anestesista esperto in questa tecnica. La procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa, perché eseguita in anestesia locale. A livello della regione lombare, attraverso un ago, viene introdotto un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) nello spazio epidurale che è formato dal tessuto grasso che riveste le fibre nervose che trasmettono il dolore del travaglio. La soluzione analgesica viene somministrata attraverso il cateterino, che viene fissato con un cerotto dietro la schiena, in modo da consentire qualsiasi movimento. Il cateterino si può rifornire in ogni momento, in modo tale da controllare il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto senza dover ricorrere ad altre punture. Modernamente viene collegato a una piccola pompa computerizzata portatile che somministra piccoli boli di soluzione analgesiche a tempi prefissati, in modo da prevenire il dolore prima che insorga nuovamente.
D: Quando viene praticata?
R: L’epidurale può essere richiesta in qualsiasi momento durante il travaglio.
D: Chi può ricevere l’epidurale?
R: L’analgesia epidurale può essere ricevuta dalla grande maggioranza delle partorienti. Vi sono però alcune condizioni in cui non è possibile eseguirla, o nelle quali occorrono speciali precauzioni, come nel caso di gravi malattie emorragiche o di terapie anticoagulanti.
Una visita specialistica con l’anestesista servirà a valutare lo stato di salute della partoriente, ad evidenziare i suoi eventuali problemi personali e a controllare le sue analisi.
Effetti collaterali
D: Ci sono effetti collaterali?
R: Se correttamente eseguita l’analgesia epidurale è una tecnica sicura e non ha effetti collaterali spiacevoli. A seconda dei farmaci impiegati si può avere un modesto prurito, di breve durata. I farmaci che vengono usati per l’analgesia epidurale non hanno effetti secondari né sulla mamma né sul bambino, che potrà essere allattato immediatamente e senza alcun problema.
In rarissimi casi, se si è verificato qualche problema tecnico al momento dell’esecuzione, dopo il parto può insorgere un mal di testa che dura qualche giorno. Questo tipo di mal di testa è usualmente benigno, transitorio e reversibile, ma può essere tale da interferire con la normale vita della puerpera. L’anestesista suggerirà per ogni caso il trattamento più efficace, rapido ed opportuno.
Diffusione
D: Dove viene praticata, che diffusione ha?
R: La diffusione dell’analgesia epidurale nel nostro paese è disomogenea, passando da ospedali in cui viene richiesta e ottenuta 24 ore su 24 nel 90% dei casi, ad ospedali dove non viene praticata affatto. Le raccomandazioni nazionali spesso sono disattese dalle Regioni che non sempre stanziano fondi adeguati per lo sviluppo e la diffusione della tecnica, impedendone la diffusione regolare.
Attualmente sempre di più, nei grandi ospedali o anche nelle piccole maternità di eccellenza, viene offerta l’epidurale, ma talvolta con modalità diverse, per cui sarebbe bene che la futura mamma, quando decide dove andare a partorire, prenda informazioni presso il dipartimento di anestesia.