In vista una nuova Patrimoniale per pagare le pensioni degli italiani. Secondo le indicazioni dell’OCSE, l’unico modo per riequilibrare i conti previdenziali resta quello di attingere forzosamente nelle tasche dei cittadini. Più precisamente, il conto arriverà direttamente sulle proprietà, previste nuove tasse applicate sull’imposta di successione e sulla riduzione della franchigia sulle donazioni ai familiari. D’altra parte, attualmente il limite e a un milione di euro. Nella patrimoniale per salvare le pensioni degli italiani, saranno coinvolte anche le rendite sui titoli che godono di una tassazione privilegiata. Vediamo insieme le principali caratteristiche della patrimoniale per salvare le pensioni.

Patrimoniale per salvare le pensioni

Secondo quanto riportato nel rapporto OCSE intitolato: “Pensions at a Glance 2023 and G20 Indicators”, viene messo in rilievo l’incidenza della spesa previdenziale in vari Paesi, inclusa l’Italia, su cui grava il peso ingombrante del debito pubblico e dal massiccio calo di natalità.

A incidere fortemente sulla spesa previdenziale è anche l’alto tasso di invecchiamento, che risulta essere superiore alla media dei 38 Paesi interni all’OCSE.

Nel rapporto viene posta in evidenza anche l’età media delle persone che accedono a un trattamento economico previdenziale. In particolare, la percentuale dei neo pensionati con un età di oltre 65 anni raggiungerà il 27 per centro entro il 2050, contro il 18 per cento del 2022. Come si legge da investireoggi.it, sono molte le preoccupazioni rivolte all’insostenibilità nel lungo periodo dei conti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

La perdita dei versamenti contributi incide fortemente nella spesa pubblica; come contropartita, manca la forza lavoro giovanile e, al di là dell’apporto dell’immigrazioni, gli stipendi restano sotto la media rispetto agli altri Paesi.

La Patrimoniale mascherata dai nuovi requisiti per l’accesso alla pensione

Il governo italiano tenta di sopperire all’assenza di risorse aumentando l’età pensionabile riducendo e penalizzando l’accesso alla pensione anticipata. Per questo motivo, sono stati modificati i requisiti per richiedere la pensione Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

Purtroppo, le attuali modifiche che hanno inasprito le regole per richiedere l’uscita anticipata dal lavoro, non salveranno i conti pubblici destinati al collasso nel lungo periodo.

Alla luce di queste considerazioni appare chiaro che le opzioni scarseggiano; difficilmente il governo italiano opterà per non erogare più gli assegni pensionistici, mentre è più probabile che attivi nuove penalizzazioni e stringa su una fiscalità più rigida, insomma continuerà a spremere laddove è possibile.

Per l’OCSE l’unica soluzione immediata è quella di attingere direttamente nelle tasche degli italiani. Pertanto, se il governo italiano non intende operare un prelievo patrimoniale forzoso, restano le imposte di successione e le rendite finanziarie.

Pensione di vecchiaia a 70 anni di età

L’OCSE ha fornito anche ragguagli in merito all’età pensionabile prevista, non prima dei 70 anni di età. L’aumento da 67 a 70 sarebbe l’effetto dell’incremento dell’aspettativa di vita. La notizia non è tra le più confortevoli, considerando che i giovani che intraprendono una carriera lavorativa rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni di età con un trattamento economico previdenziale sotto i limiti della povertà per l’effetto delle carriere frammentarie, salari al minimo e un assegno calcolato con il solo sistema contributivo.

Per una quantificazione delle cifre non occorre aspettare molto, d’altronde gli under tra 18 e 34 sono all’incirca 10 milioni, ovvero il 17,5 per cento della popolazione. Tra non meno di 25 anni la percentuale sarà ridotta a 8 milioni, ovvero una percentuale inferiore al 15 per cento della popolazione. Tenendo conto di questo andamento, appare chiaro che non sarà possibile erogare le pensioni per tutti.