Un guardia carceraria è stata malmenata a Cagliari, nel tentativo di calmare un detenuto all’interno della struttura detentiva.
Cagliari, ennesima aggressione in carcere ad agente: cosa è successo
Un aggressione che rappresenta soltanto l’ennesimo di caso, tra centinaia, come accaduto ad ottobre al carcere di Civitavecchia. L’episodio è avvenuto diverse settimane fa, al penitenziario di Uta a Cagliari. Il criminale ha picchiato un agente brutalmente con testate, calci e pugni per poi tentare (invano) di raggiungere il campo sportivo negli orari consentiti.
Per fermare la follia dell’uomo, sono intervenuti altri agenti e secondo quanto dichiarato dal segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu, è “inutile trasferire un detenuto da un carcere all’altro, c’è bisogno di strumenti di protezione e mezzi per contrastare in maniera sicura le aggressioni” e prosegue “C’è bisogno di sicurezza maggiore per evitare danni fisici al personale e agli stessi detenuti. Tutti gli altri interventi decantati sono solo palliativi che, soprattutto in questo periodo elettorale per la Sardegna, vengono raccontati come la panacea di tutti i mali”.
Cireddu: “Nel carcere di UTA presente una concentrazione di fascinorosi”
Come raccontato da Cireddu, è presente all’interno dell’istituto una pericolosa concentrazione di detenuti fascinorosi che ogni giorno rende impossibile le condizioni lavorative degli agenti e del personale di supporto presente nella struttura.
Una pena aggiuntiva – i comportamenti sovversivi – per il resto dei detenuti che vorrebbero solo scontare il proprio debito con la giustizia in maniera serena”.
“Il sistema penitenziario”, conclude il sindacalista, è “purtroppo allo sfascio più totale e il carcere di Uta ne è l’emblema, delle belle parole da parte della classe politica non sappiamo cosa farcene, servono interventi immediati e concreti”.