La modernità dei mezzi di trasferimento di denaro, attraverso dispositivi come tablet e smartphone, ha reso il processo più veloce, consentendo di spostare fondi da un conto all’altro in pochi secondi. Tuttavia, la facilità di queste transazioni non dovrebbe farci dimenticare le regole legali che regolano i trasferimenti di denaro, incluso il caso apparentemente comune dei trasferimenti tra genitori e figli.
Come dare i soldi a un figlio senza rischi col Fisco?
La donazione di denaro da un genitore a un figlio può avvenire in tre modi:
- Donazione Diretta:
- Consiste nel consegnare il denaro senza specificare uno scopo particolare.
- Se l’importo è rilevante, è necessario stipulare un atto pubblico davanti a un notaio, con la presenza di due testimoni per garantire la validità della donazione.
- Le spese di registrazione dell’atto e gli onorari del notaio sono a carico delle parti interessate.
- L’imposta di donazione (pari al 4%) non è dovuta se la somma è inferiore a 1 milione di euro.
- In caso di cifre significative senza atto pubblico, la donazione potrebbe essere considerata nulla, comportando la restituzione delle somme ricevute.
- Donazione Indiretta con Bonifico:
- Il genitore può effettuare un bonifico bancario specificando nella causale lo scopo della donazione (es. “donazione per acquisto auto” o “donazione per acquisto casa”).
- In questo caso, non è richiesto un atto pubblico o il pagamento di imposte secondo il Codice Civile.
- Donazione Indiretta al Venditore:
- Il genitore può versare direttamente la somma al venditore del bene desiderato dal figlio (ad esempio, un costruttore per l’acquisto di una casa).
- Anche in questo caso, non è richiesto un atto pubblico o il pagamento di imposte.
Per garantire la trasparenza, è consigliabile specificare la provenienza dei fondi donati nei casi di donazione indiretta. La legge considera valida la donazione di modico valore, valutata anche in base alle condizioni economiche del donante e del donatario. Va inoltre considerato il limite di 3.000 euro per il trasferimento di contanti, imposto dalla normativa antiriciclaggio. Seguire queste regole è essenziale per evitare complicazioni fiscali e di successione.
Come evitare controlli dell’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate si basa spesso sulla correlazione tra redditi dichiarati e spese effettuate per individuare eventuali incongruenze fiscali. Se le spese superano le entrate del 20%, scatta un accertamento fiscale, richiedendo a donante e donatario di documentare lo spostamento del denaro per evitare controlli.
Nel contesto delle donazioni a familiari conviventi, il sistema giuridico non considera sospette le donazioni di modico valore in contanti, ma valuta il tenore di vita di tutti i familiari conviventi prima di procedere a un accertamento fiscale. Tuttavia, è fondamentale considerare che le normative giuridiche e fiscali possono avere approcci diversi.
Per conformarsi alle regole fiscali e mitigare il rischio di evasione fiscale, è consigliabile effettuare donazioni con mezzi che assicurano la tracciabilità delle transazioni, come bonifici o assegni.
Opzioni consigliate per la tracciabilità delle donazioni:
- Assegno non trasferibile
- Bonifico bancario con causale esplicita (es. “Donazione per rata auto”, “Donazione per mutuo casa”, “Regalia”)
In situazioni in cui il beneficiario non possiede un conto bancario, è possibile utilizzare una scrittura privata. Tramite questo documento, il denaro viene trasferito in contanti, e le parti firmano un accordo che formalizza lo scambio, indicando chiaramente che si tratta di una donazione (o di un acconto infruttifero). La scrittura privata deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate per registrare la data della transazione e prevenire possibili contestazioni fiscali.
Nel caso di transazioni in contanti, è fondamentale rispettare il limite di 5.000 euro stabilito dalle norme antiriciclaggio.