Nel panorama lavorativo odierno, la decisione di lasciare un impiego è un passo significativo per ogni dipendente. Questa scelta può essere dettata da vari motivi, come il desiderio di intraprendere nuove sfide professionali, la ricerca di un ambiente lavorativo più stimolante, o semplicemente la necessità di una pausa. È fondamentale, però, che tale decisione sia accompagnata da una conoscenza approfondita delle norme che regolamentano le dimissioni volontarie, norme che hanno subito importanti aggiornamenti con l’introduzione delle dimissioni telematiche nel 2016. Qual è la procedura corretta per dare le dimissioni con o senza preavviso? Andiamo a scoprirlo.

Dare le dimissioni telematiche: nuove regole dal 2016

Il Decreto Legislativo 151/2015, inserito nel contesto riformatore del Jobs Act, ha introdotto un cambiamento radicale nella procedura di dimissioni, rendendo obsoleto l’uso della lettera cartacea e spostando l’intero processo online. Questa trasformazione ha lo scopo di contrastare le pratiche illecite delle cosiddette “dimissioni in bianco“, garantendo maggiore trasparenza e protezione per i lavoratori.

Dare le dimissioni telematiche: come funziona

La procedura telematica è obbligatoria per tutti i lavoratori subordinati, indipendentemente dal settore o dalla tipologia contrattuale, con poche eccezioni legate a situazioni particolari. Per dare le dimissioni, il dipendente deve accedere al portale www.cliclavoro.gov.it, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, e seguire un processo guidato che permette di compilare e inviare il modulo di dimissioni in pochi semplici passi.

Per coloro che necessitano di assistenza nella procedura, è possibile rivolgersi a una varietà di enti, tra cui sindacati, consulenti del lavoro, enti bilaterali e commissioni di certificazione. Questi soggetti possono offrire supporto nel compilare correttamente il modulo di dimissioni, assicurando che il lavoratore proceda nel rispetto delle normative vigenti.

Dimissioni per giusta causa e preavviso

Un aspetto fondamentale delle dimissioni è il rispetto dei termini di preavviso, stabiliti dal contratto di lavoro. Tuttavia, in casi di grave inadempienza da parte del datore di lavoro, come il mancato pagamento dello stipendio, è possibile recedere immediatamente dal contratto invocando la giusta causa, senza necessità di preavviso. Questa opzione garantisce al lavoratore un’ulteriore tutela, consentendo l’accesso alla Naspi in assenza del rispetto dei termini di preavviso.

Casi particolari: dimissioni durante il periodo di prova e l’apprendistato

Le normative prevedono procedure semplificate per le dimissioni durante il periodo di prova, consentendo al lavoratore e al datore di lavoro di recedere dal contratto senza preavviso. Allo stesso modo, per i giovani in apprendistato, esistono regole specifiche che tengono conto della natura formativa del rapporto lavorativo, pur sempre nel rispetto delle modalità telematiche per la comunicazione delle dimissioni.

Dare le dimissioni nei contratti a termine: come fare

Nell’ambito lavorativo, il contratto a tempo determinato si configura come un accordo di lavoro che prevede una scadenza prefissata. A differenza dei contratti a tempo indeterminato, che offrono una maggiore flessibilità in termini di cessazione del rapporto lavorativo, il contratto a termine pone delle limitazioni specifiche sulle modalità di dimissioni.

Contrariamente ai lavoratori a tempo indeterminato, che possono avvalersi della procedura di dimissioni online tramite il portale ClicLavoro, i dipendenti con contratti a termine si trovano di fronte a un percorso meno chiaro. La procedura standard online non è applicabile per loro, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa. Nei casi in cui sia necessario o possibile procedere alle dimissioni, è fondamentale valutare attentamente le circostanze e, se possibile, cercare un accordo con il datore di lavoro.

Infatti, in sintesi, i lavoratori che sono assunti con un contratto a tempo determinato, devono sottostare di già a un periodo di tempo prestabilito dal contratto stesso, oltre il quale il contratto termine. Per questo motivo non è possibile dimettersi, a meno che non intervenga la giusta causa.

Dimissioni per giusta causa

Nonostante le restrizioni, come abbiamo anticipato, i lavoratori a tempo determinato mantengono il diritto di dimettersi per giusta causa. Tale diritto interviene in situazioni in cui il proseguimento del rapporto di lavoro risulti insostenibile a causa di circostanze gravi, come il mancato pagamento dello stipendio, violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, comportamenti vessatori o demansionamenti. In questi casi, le dimissioni hanno effetto immediato dalla loro comunicazione, liberando il lavoratore dal vincolo contrattuale senza necessità di preavviso.

Dare le dimissioni senza giusta causa da un contratto a termine: cosa succede?

Dimettersi da un contratto a termine senza una giusta causa o in caso di contestazioni sulla validità della causa stessa, espone il lavoratore a possibili conseguenze legali e finanziarie. Queste possono includere il risarcimento danni all’azienda per la prematura interruzione del rapporto lavorativo. L’azienda, contando sulla prestazione lavorativa per un periodo definito, potrebbe subire danni legati alla necessità di sostituire in fretta il dipendente o agli investimenti persi, come la formazione del lavoratore.

Quando la lettera cartacea di dimissioni rimane valida

Dal 12 marzo 2016, abbiamo detto che le dimissioni cartacee sono state sostanzialmente sostituite dalla procedura telematica per i lavoratori a tempo indeterminato, introducendo un sistema più efficiente e sicuro per la gestione delle cessazioni di rapporto lavorativo. Questo sistema garantisce trasparenza e tracciabilità, riducendo il rischio di pratiche illecite come le dimissioni in bianco.

Nonostante la prevalenza della procedura telematica, esistono ancora eccezioni che consentono l’uso della lettera cartacea. Queste includono particolari categorie di lavoratori, come quelli domestici, in prova, o impegnati in settori specifici come il pubblico impiego e il lavoro marittimo. Inoltre, le dimissioni presentate in seguito a conciliazione stragiudiziale o per motivi legati alla genitorialità durante il periodo di gravidanza o nei primi tre anni di vita del bambino rimangono valide in forma cartacea.

Si può delegare la presentazione della dimissioni?

Per chi non si sente a proprio agio con la procedura online o cerca supporto, è possibile delegare la presentazione delle dimissioni a enti abilitati come patronati, sindacati, e consulenti del lavoro. Questi intermediari possono facilitare il processo, assicurando che le dimissioni siano gestite correttamente e nel rispetto delle normative vigenti.

Dare le dimissioni senza preavviso: quando è possibile

Le dimissioni senza preavviso sono ammesse in circostanze specifiche, dove il lavoratore si trova di fronte a situazioni che rendono insostenibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. Ecco i casi principali:

  • Per giusta causa: situazioni gravi come inadempienze da parte del datore di lavoro, quali mancato pagamento dello stipendio, violazioni delle norme di sicurezza, o comportamenti vessatori.
  • Durante il periodo di maternità: protezione aggiuntiva per le lavoratrici in questo delicato periodo.
  • In presenza di accordi collettivi di esodo: quando esistono accordi specifici tra le parti che prevedono la cessazione del rapporto lavorativo.
  • Se le dimissioni sono incentivate dall’azienda: in casi dove l’azienda stessa propone al lavoratore di dimettersi, spesso accompagnato da incentivi.
  • Durante il periodo di prova: periodo iniziale del rapporto di lavoro dove sia il datore che il lavoratore possono recedere senza preavviso.

Ricordiamo che dimettersi senza osservare il periodo di preavviso stabilito può comportare l’obbligo per il lavoratore di corrispondere un’indennità di mancato preavviso al datore di lavoro. Questa indennità compensa l’azienda per il disagio e i potenziali danni economici derivanti dalla partenza improvvisa del dipendente.

Revoca delle dimissioni: cos’è

È importante sapere che i lavoratori hanno la possibilità di revocare le proprie dimissioni entro sette giorni dalla loro presentazione. Questa opzione offre una salvaguardia in caso di ripensamenti o cambiamenti delle circostanze che avevano portato alla decisione di dimettersi.

Dare le dimissioni costa?

Presentare le dimissioni online è generalmente un processo gratuito quando effettuato autonomamente dal lavoratore. Tuttavia, se si sceglie di avvalersi di un intermediario, come un consulente del lavoro o un sindacato, potrebbero essere applicati costi aggiuntivi per il servizio.