“È solo colpa tua”. O, ancora: “Sei falsa, non stai soffrendo davvero”, scriveva il 27enne Christian Sodano alla fidanzata Desyrée Amato, che voleva scaricarlo, prima di macchiarsi del duplice omicidio della madre Nicoletta Zomparelli e della sorella Renée, avvenuto nella loro abitazione di Cisterna di Latina lo scorso 13 febbraio. La ricattava psicologicamente per convincerla a proseguire la loro storia, minacciandola di fare del male alla sua famiglia.

I ricatti psicologici di Christian Sodano a Desyrée Amato

“Che devo fare, prenderò le mie scelte e basta”, scriveva il finanziere alla 22enne alludendo al fatto di volersi suicidare. Voleva farla sentire in colpa perché da poco lei gli aveva comunicato di volerlo lasciare. “Te lo meriti, per tutto il male che mi fai. Dicevi di amarmi”, proseguiva nelle chat, inoltrate dalla giovane a una sua amica, acquisite nelle scorse ore dalla Squadra mobile di Latina e riportate dal Corriere della Sera.

“Sei falsa, non stai soffrendo davvero”, le rimproverava. E quando lei le rispondeva di averlo amato per davvero, chiedendogli di non esagerare e di restare tranquillo, le diceva: “È solo colpa tua“. Voleva convincerla a proseguire la loro storia ricattandola. E la minacciava di farla soffrire come aveva sofferto lui quando, qualche anno prima, aveva perso entrambi i genitori, restando orfano.

Dettagli da cui potrebbe dipendere la contestazione, da parte dell’accusa, delle aggravanti dello stalking e della premeditazione nei confronti del 27enne, che lo scorso 13 febbraio, dopo aver dormito a casa della giovane, al culmine di una lite ha impugnato la sua pistola d’ordinanza e sparato alla madre e alla sorella, di 49 e 19 anni, uccidendole.

Desyrée è riuscita a salvarsi perché ha avuto la prontezza di chiudersi in bagno e scappare per i campi dopo essere uscita dalla finestra, chiedendo aiuto a un benzinaio incontrato sulla strada. Il nonno, ascoltato da Repubblica, ha dichiarato che, se fosse stato in casa, probabilmente Sodano se la sarebbe presa anche con il padre della nipote, che ora insieme a lei è ospite di amici.

Le dichiarazioni del nonno della 22enne

Intervistato, Giovanni Zomparelli ha detto anche altro.

Christian era un prepotente. Aveva strattonato mia nipote Desyrée più volte, le aveva fatto male a una mano. Noi lo abbiamo saputo solo ora, lei aveva minimizzato, pensando che lo facesse perché le voleva bene. Nessuno poteva pensare arrivasse a questo punto. Ma non era così. È un mostro,

ha riferito al quotidiano romano, facendo sapere che secondo lui si è trattato di un omicidio premeditato. Nell’auto del finanziere gli inquirenti intervenuti subito dopo i fatti, allertati dallo zio di Sodano, hanno rinvenuto, tra le altre cose, delle buste di plastica e del nastro adesivo, un paio di guanti, manette e manganello.

Oggetti che secondo qualcuno il 27enne potrebbe aver portato con sé preventivamente, ma che, secondo i suoi avvocati Lucio Teson e Leonardo Palombi, teneva sempre in auto perché gli servivano sulla barca, per andare a pesca. Lo chiariranno le indagini, che proseguono serrate. Davanti al gip, intanto, Sodano si è avvalso della facoltà di non rispondere, rimandando alle dichiarazioni rese dopo il suo arresto.

Il duplice omicidio di Cisterna di Latina

Stando a quanto ricostruito finora, il 27enne avrebbe sparato alle due vittime dopo essere uscito di casa per recuperare la pistola che teneva in auto. Sembra che lui e Desyrée si fossero svegliati da poco e che avessero iniziato a litigare perché lui gli aveva chiesto – per l’ennesima volta – di tornare sui suoi passi e di andare a vivere con lui.

Nicoletta sarebbe morta sul colpo; Renée sarebbe stata colpita per più volte, prima di spirare. Avevano accolto Sodano come un membro della famiglia. Non potevano sapere che sarebbe arrivato a tanto. Neanche Desyrée poteva saperlo, nonostante le esplicite minacce. Pensava, forse sperava, che fossero solo parole.