Per calcolare la pensione è fondamentale tenere presente che, di solito, l’importo sarà inferiore a quello dello stipendio. Per determinare l’importo di un assegno previdenziale, oltre alla retribuzione lorda annua, è necessario conoscere l’età del lavoratore e la sua anzianità contributiva.

Quanto si prende di pensione con uno stipendio di 2200 euro?

Considerando i tre sistemi di calcolo previsti dal nostro sistema previdenziale (retributivo, contributivo e misto), è essenziale sapere in quale anno sono stati versati i contributi.

Primo esempio:

Prendiamo il caso di un lavoratore di 67 anni, con 40 anni di contributi e una retribuzione lorda annua di circa 43.000 euro (2.200 euro di stipendio netto al mese).

La pensione si calcolerà con il sistema misto, che tiene conto dei contributi versati prima del 1996 (sistema retributivo) e di quelli dal 1996 in poi (sistema contributivo).

Dei 40 anni di contributi, 14 sono maturati prima del 1995 e gli altri 26 dal 1996 ad oggi. Calcoliamo due quote: la prima con il sistema retributivo e la seconda con il sistema contributivo.

Per la prima quota consideriamo l’aliquota del 2% su ogni anno di retribuzione, moltiplicata per gli anni di contributi. Quindi 2% x 14 anni = 28% di 43.000 euro, risultando in 12.040 euro, l’importo della prima quota.

Per la seconda quota consideriamo il montante contributivo. Per ogni anno di lavoro, il dipendente accantona il 33% della retribuzione lorda. Il 33% di 43.000 euro è 14.190, moltiplicato per 26 anni di contributi è uguale a 368.940 euro, l’importo del montante contributivo.

Questo valore è influenzato dal coefficiente di trasformazione, che a 67 anni è del 5,575%. Il 5,575% di 368.940 euro è 20.568 euro.

Sommando le due quote, 12.040 e 20.568, otteniamo l’importo annuale della pensione lorda: 32.608 euro, pari a circa 2.500 euro lordi al mese di pensione, corrispondenti a circa 2.100 euro al mese (al netto di Irpef e addizionali), rispetto a uno stipendio di 2.200 euro.

Secondo esempio:

Calcoliamo ora la pensione di un individuo di 64 anni che si ritira con 38 anni di contributi e un guadagno lordo annuo di 43.000 euro (2.200 euro netti al mese di stipendio).

L’utilizzo del sistema misto è ancora la modalità di calcolo. Supponiamo che il lavoratore abbia accumulato 12 anni di contributi prima del 1996 e gli altri 26 anni dopo il 1996.

La prima quota, derivante dal sistema retributivo, ammonta a 10.320 euro (corrispondente al 24% di 43.000 euro); la seconda quota, calcolata con il sistema contributivo, è di 18.668 euro (calcolato con il coefficiente del 5,060% sul montante contributivo di 368.940).

Unendo le due quote (10.320 e 18.668), otteniamo l’importo annuale della pensione lorda: 28.988 euro, che divisi per 13 mensilità equivalgono a 2.230 euro lordi di pensione al mese, corrispondenti a circa 1.900 euro netti di pensione, in confronto agli 2.200 euro dello stipendio.

Si osserva, quindi, una differenza derivante dall’età e dall’anzianità contributiva del lavoratore rispetto al primo esempio.

Terzo esempio:

Consideriamo ora un lavoratore di 67 anni, con 26 anni di contributi versati interamente dal 1996 ad oggi e una retribuzione annua di 43.000 euro lordi (2.200 euro netti al mese di stipendio).

La pensione verrà calcolata utilizzando il sistema contributivo puro. Applichiamo il 33% sulla retribuzione (43.000 euro), ottenendo 14.190 euro, che, moltiplicati per 26 anni di contributi, risultano in 368.940 euro, l’importo del montante contributivo.

Questo valore subisce l’influenza del coefficiente di trasformazione del 5,575%. Il 5,575% di 368.940 euro è pari a 20.568 euro, l’importo lordo annuale della pensione. Diviso per 13 mensilità, ciò equivale a 1.582,18 euro lordi di pensione al mese, corrispondenti a circa 1.250 euro netti, a fronte di uno stipendio di 2.200 euro.

In questo caso, si nota uno scarto notevole: quasi 1.000 euro in meno rispetto allo stipendio, attribuibile al sistema retributivo puro, sempre sfavorevole per il lavoratore pensionato.