Attraverso l’ISEE corrente, i cittadini possono accedere a diversi bonus, sussidi e agevolazioni. È un continuo conto alla rovescia per accaparrarsi un beneficio economico prima della scadenza o dell’introduzione di nuovi paletti che ne riducono le possibilità di accesso. Molte famiglie italiane stanno attraversando momenti difficili, stritolate dall’aumento del costo della vita; i rincari dei beni di prima necessità stanno spingendo verso la corsa agli aiuti. Per questo motivo, in molti si chiedono come ridurre il proprio reddito ISEE per poter percepire almeno un sussidio. Vediamo insieme come fare.

ISEE corrente – nuovi bonus

 La fine del Reddito di cittadinanza ha segnato il passo a tanti altri nuovi bonus, sussidi e agevolazioni fruibili attraverso un reddito ISEE entro specifici limiti e in corso di validità per il 2024. Attualmente, l’ISEE 2024 si basa sui redditi patrimoniali del nucleo familiare prodotti fino al 31 dicembre 2022.

Pertanto, le famiglie che nel 2022 possedevano redditi hanno calcolato un reddito ISEE riferito a patrimonio e redditi per tale periodo.

Tuttavia, è possibile che nel corso del tempo la situazione patrimoniale sia cambiata, se il reddito è sceso sotto quello calcolato nel 2022, per cui si potrebbe ottenere l’accesso a un sussidio o altro beneficio riconosciuto alle famiglie con reddito ISEE basso.

In questo caso, la possibilità di ottenere un beneficio economico arriva direttamente dall’INPS che permette di calcolare il reddito ISEE sulla base dei valori patrimoniali e reddituali aggiornati all’anno corrente.

In molti casi, infatti, è possibile richiedere l’ISEE corrente, al fine di aggiornare la propria posizione reddituale in tempo reale.

ISEE corrente e bonus: cosa fare nel 2024?

 L’INPS ha spiegato che la DSU può essere presentata sempre, ovvero in qualsiasi momento dell’anno in corso.

Tuttavia, è importante notare che l’ISEE ordinario elaborato nel 2024 resta valido a tutti gli effetti di legge fino al 31 dicembre 2024.

L’INPS permette la compilazione della DSU online, tramite le credenziali digitali (SPID, CIE o CNS), accedendo alla propria area personale utilizzando il servizio dell’INPS attraverso cui sarà possibile compilare e inviare la DSU aggiornata.

Quando si può rinnovare?

L’INPS nel messaggio n. 3155 del 21 settembre 2021 ha spiegato le modalità, nonché la tempistica per richiedere l’ISEE corrente aggiornato in tempi reali, di seguito indicate:

  • dal periodo che compreso tra il 1° gennaio e fino al 31 marzo di ciascun anno, le famiglie possono aggiornare la situazione reddituale ai fini dell’ISEE Corrente tralasciando il patrimonio;
  • a partire dal 1° aprile di ciascun anno, le famiglie possono richiedere l’aggiornamento esclusivo del patrimonio, solo i redditi o entrambe le voci.

È importante notare che l’ISEE corrente, richiesto per l’accesso a un sussidio o agevolazione, se aggiornato in base ai valori patrimoniali o entrambe le voci, ovvero patrimoniale e reddituale, resta valido fino al 31 dicembre 2024, ovvero resta valido fino alla fine dell’anno di presentazione del modulo sostitutivo della DSU.

Se, invece, la famiglia richiede solo la variazione reddituale, l’ISEE corrente ha una validità semestrale, salvo ulteriori variazioni riferite alla condizione occupazionale. Inoltre, in presenza della fruizione dei trattamenti economici, viene richiesto un aggiornamento bimestrale dell’ISEE corrente.

In conclusione, l’aggiornamento dell’ISEE ordinario riferito ai redditi prodotti nel 2022 ha messo in difficoltà molte famiglie che sono risultate escluse dai benefici sociali, dall’Assegno di Inclusione e altre agevolazioni.

Purtroppo, il passaggio dall’ISEE ordinario per quantificare il valore dell’indicatore per valutare l’aggiornamento della situazione reddituale e patrimoniale attraverso l’ISEE corrente ha creato disagio e ostacoli, soprattutto considerando le variazioni patrimoniali.

Sicuramente, una semplificazione del sistema permetterebbe alle famiglie in difficoltà di accedere subito ai sussidi, evitando buchi dispersivi che compromettono l’equilibrio delle famiglie oltre a non garantire un processo di equità nei servizi e nei sostegni finanziari.