Wolfgang Rieke, il camionista che ha investito e ucciso Davide Rebellin, gioca di nuovo la carta del patteggiamento, che era stato in un primo momento rifiutato dalla famiglia dell’ex corridore. Secondo le ultime indiscrezioni che trapelano, la direzione sarebbe quella di un patteggiamento con una condanna a 3 anni e 11 mesi per la persona che ha ucciso il corridore vicentino, che ha perso la vita pochi giorni dopo il suo addio al ciclismo agonistico.

Morte Rebellin, si va verso il patteggiamento

Gli avvocati di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco accusato di aver investito e causato la morte di Davide Rebellin, hanno dichiarato dal tribunale di Vicenza che è stato raggiunto un accordo di patteggiamento con i pubblici ministeri. Secondo tale accordo, il 63enne sconterà una condanna di tre anni e 11 mesi, con la possibilità di scontare la pena agli arresti domiciliari anziché in carcere.

Rieke, precedentemente accusato di guida in stato di ebbrezza in seguito a un incidente non mortale, avrebbe investito Rebellin con il suo camion a Montebello Vicentino il 30 novembre 2022. Testimoni oculari hanno riferito di aver visto Rieke abbandonare il luogo dell’incidente dopo essersi avvicinato al corpo di Rebellin. Successivamente, Rieke è fuggito in Germania senza segnalare l’incidente, ma è stato identificato e catturato dalla polizia, poi estradato in Italia per affrontare il processo. Una precedente proposta di patteggiamento di due anni e 11 mesi è stata respinta dal giudice, e attualmente Rieke si trova in carcere a Vicenza.

Morte Rebellin, il patteggiamento e il pentimento di Rieke

Durante l’udienza, Rieke ha espresso brevemente il suo pentimento e ha dichiarato che è stato un errore, una tragedia, e di essere molto dispiaciuto per quanto accaduto. La sentenza del giudice è attesa per l’11 marzo, ma potrebbe essere emessa in precedenza, consentendo a Rieke di lasciare la prigione. Inoltre, è stato riportato che la famiglia di Rebellin ha ricevuto un risarcimento di 825.000 euro dalla compagnia assicurativa.

Nei prossimi giorni il tribunale dovrà quindi esprimersi sulla possibilità dei domiciliari. L’avvocato Picco, che difende la famiglia Rebellin, si è fatto carico delle sensazioni che stanno vivendo i familiari dell’ex corridore.

“La famiglia di Davide Rebellin è comunque soddisfatta di quello che è stato il corso della giustizia finora. Sicuramente è stato fatto tanto. Si pensava che nel momento in cui il camionista fosse andato in Germania non si sarebbe più visto, invece è stato consegnato all’Italia ed è stato messo in carcere, quindi sicuramente la giustizia ha fatto il suo corso”.

Il ciclismo piange ancora Rebellin

Il mondo del ciclismo, nonostante sia passato più di un anno dalla sua scomparsa, sta ancora piangendo Davide Rebellin. Uscito pulito dalla vicenda che lo ha coinvolto ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, quando era stato trovato positivo all’epo di seconda generazione dopo la vittoria della medaglia d’argento, non c’è stato più verso di restituirgli quella medaglia che gli era stata tolta dal CIO per una falsa positività, accertata poi in sede legale. Nella seconda parte della sua carriera, Rebellin non è più riuscito a prendere parte alle classiche delle Ardenne, quelle dove ha scritto importanti pagine di storia del ciclismo italiano. Correndo sempre in piccole formazioni, ha attirato l’attenzione di tanti tifosi, che non gli hanno mai fatto mancare il proprio calore. La sua tragica scomparsa è un lutto ancora profondo nel mondo del ciclismo.