Le soluzioni layer 2 rappresentano una realtà sempre più estesa, in ambito blockchain. Il motivo del loro successo è presto spiegata: grazie ad esse la Ethereum Virtual Machine, su cui sono costruite per la maggior parte, è in grado di assicurare maggiore scalabilità e velocità. Non a caso sono i progetti su cui, in questo momento, stanno convergendo i capitali di ventura alla ricerca di asset promettenti.
Tra quelle che si sono messe in evidenza, un posto di riguardo spetta a Eclipse. Si tratta di un protocollo estremamente innovativo rivolto a Ethereum che, per accelerare l’elaborazione delle transazioni utilizza la Solana Virtual Machine (SVM).
Eclipse: cos’è e cosa si propone
Eclipse è una soluzione di secondo livello per Ethereum, progettata nel preciso intento di essere veloce e scalabile. Per cogliere l’obiettivo di partenza va ad impiegare un’architettura modulare rollup e integrare tecnologie chiave. Tra di esse, in particolare, quella di Ethereum per il regolamento, la SVM per gli smart contract, Celestia per la gestione dei dati e RISC Zero per i profili di sicurezza.
La sua originalità è da ravvisare nel fatto che si appoggia alla Solana Virtual Machine per riuscire a conseguire il necessario cambio di marcia nell’elaborazione delle transazioni. Inoltre, segna una sostanziale differenza con le catene tradizionali tramite l’utilizzazione di architetture modulari rollup. In tal modo gli sviluppatori sono in grado di conseguire una personalizzazione di funzionalità e prestazioni delle proprie applicazioni.
Per capire meglio l’efficienza assicurata dal sistema congegnato in questo modo, basterà fare un confronto con una delle soluzioni concorrenti al momento in grande evidenza, ovvero Optimism. Eclipse è in grado di conseguire performance dieci volte più veloci. Un dato il quale non è sfuggito ad esperti e investitori.
Come funziona Eclipse
La mainnet di Eclipse opera come layer 2, nel preciso intento di sgravare la EVM di un carico di lavoro che può causarne la congestione. Per riuscire a conseguire il risultato prefissato si fonda su una serie di tecnologie, a partire da Ethereum, sfruttato come livello di regolamento. Le transazioni sono quindi finalizzate sulla EVM, con l’utilizzazione di ETH per il pagamento delle commissioni relative al gas. la configurazione che ne risulta assicura a Eclipse non solo la sicurezza, ma anche la liquidità che caratterizza la blockchain principale.
Per quanto concerne il livello di esecuzione, viene invece usata la Solana Virtual Machine. Questa blockchain, infatti, si fonda sul runtime Sealevel per l’elaborazione in parallelo delle transazioni. La scalabilità orizzontale che ne consegue aumenta il throughput in maniera esponenziale, grazie ai processori multi-core.
A Celestia spetta invece il compito di garantire una pronta disponibilità dei dati e la loro verifica. Mentre per la Fraud Proof (prova di frode) è Risc Zero a fornire la tecnologia necessaria per mettere in sicurezza il sistema e renderlo più efficiente.
Il mix scaturito dall’integrazione di questi componenti si tramuta in un ecosistema sicuro, scalabile ed efficiente, in cui gli sviluppatori possono progettare le proprie dApps. Un ecosistema il quale, almeno per ora, non presenta un token nativo. Lo stesso team di Eclipse ha chiarito che, se non è esclusa tale ipotesi, al momento la tabella di marcia è incentrata su altri aspetti.
Chi c’è dietro il progetto?
Eclipse è guidata da Neel Somani, già fattosi notare in precedenza per le collaborazioni con Citadel e Airbnb. Esperienze giunte dopo il conseguimento di una laurea in informatica, matematica e amministrazione aziendale presso la University of California.
Un background di grande levatura che ha convinto grandi realtà a sostenere il progetto. Tra coloro che hanno deciso in tal senso spiccano rinomate società di venture capital come Polychain Capital, Polygon Ventures e Tribe Capital. Società che, in vista del previsto boom del mercato, sono tornate a investire pesantemente sulla criptosfera.