È allarme in Francia per l’infestazione dei bruchi della processionaria, una vera e propria minaccia per gli esseri umani e gli animali. L’espansione geografica dei millepiedi è dovuta con alte probabilità a problemi relativi al riscaldamento climatico, causa scatenante del loro avvicinamento e riproduzione.

Francia è sos bruchi della processionaria: cosa è successo e cause infestazione

“All’inizio si parlava solo di qualche nido, un evento singolare e da cui la gente era incuriosita” racconta Daniel Vaugelade, presidente di una associazione di protezione della biodiversità al quotidiano francese Le Figaro “Ora se osserviamo cosa c’è in una sola tana, mi preoccupo”.

I bruchi della processionaria sono dannosi e pericolosi per uomini e animali. La sua puntura può provocare gravissime irritazioni e la sua infestazione si è estesa a tutta la Francia Metropolitana. La sua prima apparizione è avvenuta tre anni fa e tra gli alberi colonizzati i pini, presenti nel pieno centro città.

Senza alcun effetto concreto il piano di lotta dell’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria (Anses) che che prevede la distruzione dei nidi, l’abbattimento degli alberi, l’installazione di trappole sui tronchi e il divieto di visite d’istruzione nelle aree già infestate.

Cos’è il BTK: l’unico insetticida autorizzato e in grado di uccidere il bruco della processionaria

Il BTK ovvero “Bacillus Thuringienis” è un pesticida microbitico utilizzato per eliminare bruchi ed insetti nocivi. È un batterio naturale, presente nell’acqua e è noto per la sua efficacia: può provocare malattie nelle larve di insetti, uccidere la tarma della zingara, il tarlo dell’abete rosso, il cavolaio, il calabrone del pomodoro e produce sostanze tossiche in grado di paralizzare il sistema digestivo del millepiedi, facendolo smettere di nutrire e morire di fame in pochi giorni.

L’insetticida non ha effetti tossici sull’uomo, gli animali, sulle piante, uccelli, pesci ed altri insetti utili, ad eccezione di farfalle e falene.

In America e Canada viene utilizzato già da oltre 30 anni e si digrega rapidamente nell’ambiente, tra i tre giorni e in una settimana massimo.

Il cambiamento climatico causa scatenante dell’arrivo dei bruchi

“Per nutrirsi, il bruco ha bisogno di una temperatura relativamente mite, con una minima intorno ai 9 gradi all’interno del nido durante il giorno e zero durante la notte”, spiega Alice Samama, dell’Osservatorio delle specie pericolose per la salute umana.

La ricercatrice prosegue: “La causa sono i suoi peli estremamente urticanti che contengono una proteina tossica, non è necessario toccare il bruco per essere colpito. Se si sente in pericolo, espelle i suoi peli, che sono molto volatili e possono depositarsi ovunque, anche sui panni stesi”

Per Emmanuel Gachet, responsabile dell’unità di consulenza sui rischi biologici dell’Anses è stato il cambiamento climatico ad aumentare la presenza degli insetti: “Possiamo legittimamente pensare che il cambiamento climatico abbia un impatto sull’evoluzione delle zone occupate dai bruchi”