Maxi-risarcimento per una famiglia di Catania. Una 60enne di Catania ha perso la vita dopo tre mesi di agonia e un lungo calvario sanitario.

Catania, muore dopo tre mesi di calvario: cosa è successo

Una causa legale durata quasi dieci anni, iniziata poco dopo il decesso della donna, avvenuto nell’agosto del 2014. Condannato il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, ritenuto colpevole di aver provocato un’infezione che ha portato al decesso del paziente.

L’azienda dovrà pagare al marito e ai figli della vittima 600mila euro, oltre le spese legali affrontate dalla famiglia nel corso degli anni.

Una somma ingente, ma irrisoria se paragonata al dolore, alle sofferenze e alla perdita emotiva vissuta dai parenti.

Il giudice: “La morte è da attribuire a shock settico dopo infezione nosocomiale”

Secondo il Tribunale, l’ospedale è stato definito “Inadempiente” e la compianta ha “subito una gravissima infezione che l’ha portata alla morte”. La 60enne sarebbe morta a causa di uno shock settico creatosi a seguito di una infezione nosocomica durante la degenza all’Ospedale Ove-Frettarotto di Catania e “derivandone una chiara responsabilità della struttura sanitaria”.

Per il giudice, la vittima è stata esposta a molteplici rischi correlati alla sua cardiopatia e “risulta evidente la correlazione causale” tra le infezioni contratte in corsia e il decesso, che con alte probabilità, è stato causato da controlli incongrui, carenti condizioni igienico-sanitarie e mancata prevenzione e sanificazione come previsto dalla legge, contro germi multiresistenti con “conseguente setticemia ed infezioni multiorgano rapidamente mortali”.

Il risarcimento ai familiari della vittima

Il giudice ha dunque condannato l’Azienda ospedaliera al pagamento di 75.050 euro ai tre familiari come risarcimento danni iure hereditas per la tragedia, più un risarcimento danni iure proprio in favore del marito di 201.900 euro), al figlio 161.250 euro e alla figlia 168.250 euro.

La sentenza di primo grado del Tribunale di Catania potrebbe essere oggetto di ricorso in Appello, ma toccherà attendere ulteriori aggiornamenti in merito.