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Come comportarsi con i bambini plusdotati

Come comportarsi con i bambini plusdotati ed evitare che si sentano soli

Quando si tratta di bambini plusdotati, è importante adottare un approccio empatico e inclusivo per garantire il loro benessere emotivo e sociale.

Troppo spesso, i bambini con talenti straordinari possono sentirsi soli o isolati a causa della mancanza di comprensione e supporto.

Scendiamo nei dettagli e vediamo come comportarsi con i bambini plusdotati ed evitare che provino solitudine.

Cosa si intende per bambini plusdotati

Ciò che accomuna i bambini plusdotati è la presenza di prestazioni intellettive nettamente superiori alla media.

Oltre a un’alta intelligenza generale, le persone plusdotate presentano anche specifici fattori di intelligenza che possono manifestarsi a vari livelli, come ad esempio abilità verbali, spaziali-astratte o matematiche.

Oltre alle capacità intellettuali, è possibile distinguere anche altre aree di talento o abilità (come il talento sociale o artistico, l’abilità artistica-performativa e l’abilità pratica-psicomotoria), che sono considerate relativamente indipendenti l’una dall’altra e possono essere sviluppate in diversi gradi in ogni bambino plusdotato.

Quando di plusdotati di solito si fa riferimento a un livello molto elevato di intelligenza generale, ovvero un alto grado di capacità di pensiero o di risoluzione dei problemi.

Tradizionalmente, i bambini vengono considerati plusdotati se raggiungono un quoziente intellettivo (QI) di 130 o superiore, o se si collocano nel 97,7 percentile o superiore in un test di intelligenza. Il percentile indica la percentuale di individui nel gruppo di confronto che hanno ottenuto punteggi uguali o inferiori.

Ad esempio, un percentile del 97,7 indica che solo il 2,3% dei bambini della stessa età ha ottenuto punteggi uguali o superiori, posizionando così il bambino nel 2,3% migliore. Secondo questa definizione, solo il 2-3% della popolazione può essere considerato altamente dotato.

All’interno dei bambini plusdotati è possibile distinguere tra individui molto dotati (di solito a partire dal percentile 97,7) e il gruppo delle persone estremamente dotate (a partire dal percentile 99,7 circa).

Tuttavia, possedere un talento speciale non garantisce automaticamente prestazioni eccezionali. Essere dotati non è né una garanzia di successo accademico né professionale.

Se il talento del bambino si tradurrà in prestazioni eccezionali, dipenderà da vari fattori mediatori, tra cui i tratti della personalità del soggetto, la motivazione, la resistenza, la volontà di eccellere o il temperamento, ma anche fattori ambientali quali il sostegno familiare e scolastico, l’accettazione da parte dei coetanei e degli adulti, il clima familiare o gli eventi critici della vita.

Affinché il bambino dotato possa esprimere appieno le proprie capacità, è necessario che tutti questi fattori interagiscano positivamente.

Il talento da solo non basta, ma deve essere costantemente incoraggiato e allenato per poter essere sviluppato ulteriormente.

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Come comportarsi con i bambini plusdotati?

La questione del talento è spesso circondata da pregiudizi e stereotipi nella società. Si crede che i bambini plusdotati ottengano sempre risultati accademici eccezionali, ma la realtà è più complessa.

Alcuni potrebbero mostrare interesse e impegno in classe, mentre altri potrebbero annoiarsi o avere un disturbo nel mantenere l’attenzione.

Inoltre, esiste il mito del “genio solitario”, ovvero che i bambini plusdotati si sentano soli o vengano emarginati.

Per fortuna, però, diversi studi scientifici dimostrano che i bambini dotati sono solitamente ben integrati socialmente.

Nonostante alcuni possano sperimentare sfide, la maggior parte dei bambini dotati può raggiungere un alto livello di successo e benessere psicologico, purché ricevano il sostegno adeguato.

Affrontare la questione della motivazione nei bambini dotati può essere una sfida per genitori e insegnanti. Alcuni bambini possono mostrare entusiasmo per i loro interessi, ma resistono alle materie scolastiche che trovano noiose o poco stimolanti.

Questa mancanza di motivazione può derivare dalla percezione del bambino sulla quantità del suo talento e della sua intelligenza, che potrebbe ridurre l’impegno nello studio.

È importante sostenere il bambino attraverso strategie come concentrarsi sui suoi sforzi anziché sul suo talento innato e incoraggiarlo a vedere i buoni risultati come il frutto del suo impegno.

Alcuni bambini potrebbero anche manifestare resistenza a causa di esperienze negative in passato, come critiche e svalutazioni, o potrebbero lottare con problemi emotivi come la depressione.

Promuovere l’integrazione sociale, incoraggiare la condivisione dei sentimenti con gli altri e permettere al bambino di seguire i propri interessi possono contribuire a migliorare la sua motivazione, la sua socialità e possono certamente renderlo un bambino plusdotato e felice.


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Immacolata Duni

Imma Duni, nata nel 1978, è laureata in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Bari e ha un Master in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane. Ha lavorato per sei anni come Editor in Chief per una mobile app di news, occupandosi di spettacolo, gossip, tecnologia e benessere. È Redattrice Senior per varie testate online, ghost writer, SEO copywriter e social media manager. Appassionata di cinema (film preferito Bastardi senza gloria) e di serie TV, lettrice di romanzi gialli e thriller, ama il punk rock (The Cure) e pratica pilates.

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