Per mercoledì 21 febbraio 2024 è stato proclamato uno sciopero da diverse sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del settore edile e di quello metalmeccanico. La protesta, che si tiene a livello nazionale, è stata indetta a seguito del tragico crollo del cantiere per la costruzione di un negozio Esselunga a Firenze avvenuto lo scorso venerdì.

Sciopero 21 febbraio 2024: edili e metalmeccanici incrociano le braccia

La tragedia che ha colpito Firenze e l’Italia intera non è altro che l’ennesimo e ingiusto caso di morte sul lavoro. A perdere la vita nel crollo sono stati cinque operai che in quel momento si trovavano al lavoro in cantiere. I lavoratori sono stati schiacciati dalle macerie e per loro non c’è stata via di scampo.

Subito sono iniziate le indagini e la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo per crollo colposo e omicidio colposo plurimo. Per in un momento non risultano esserci nomi nel registro degli indagati.

Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la dinamica esatta dell’incidente, ma anche e soprattutto stanno cercando di capire di chi sono le responsabilità.

Proprio alla luce di quanto avvenuto, la Cgil e la Uil, insieme alle Categorie degli edili e dei metalmeccanici – Fillea Cgil, Feneal Uil, Fiom Cgil e Uilm Uil – hanno dichiarato uno sciopero di due ore il prossimo 21 febbraio.

La movimentazione sindacale si tiene a livello nazionale dunque potrebbero esserci ripercussioni in tutto quanto il nostro Paese, da Nord a Sud. Gli eventuali problemi e disagi comunque dovrebbero essere abbastanza contenuti in quanto la protesta dovrebbe durare poco (e non tutto il giorno).

I rappresentanti e i vertici di Cgil e Uil hanno invitato i lavoratori e le lavoratrici a programmare, nella medesima giornata, attività ed iniziative di mobilitazione. Si parla, ad esempio, di assemblee e approfondimenti proprio sul luogo di lavoro.

Ciò che i sindacati criticano maggiormente in questa occasione è il sistema di subappalti che ormai da anni caratterizza il settore privato. Secondo le sigle, proprio tale sistema comporta una minore sicurezza sul lavoro.

Comporta inoltre dei salari più bassi, la mancanza di formazione adeguata e molto altro ancora che va a danneggiare le condizioni dei lavoratori del settore.

La protesta di mercoledì dunque serve per dire basta agli incidenti e alle morti evitabili, come quelle che si sono verificate lo scorso venerdì a Firenze e che rappresentano una vera e propria piaga per l’Italia intera.

I lavoratori e le lavoratrici del settore vogliono inoltre esprimere vicinanza alle vittime e alle loro famiglie. Lo sciopero degli addetti del mondo edile e di quello metalmeccanico serve a ribadire l’urgenza e la necessità di attuare una politica seria e concreta per risolvere questo enorme problema.

I manifestanti chiederanno, ancora una volta, al governo italiano, di mettere in campo delle soluzioni affinché episodi come quello di Firenze non si verifichino più.

I sindacati: “La mattanza delle morti sul lavoro deve finire”

I sindacati hanno fatto sapere dello sciopero attraverso una nota ufficiale, nella quale appunto hanno parlato dell’ennesima tragedia sul lavoro avvenuta lo scorso venerdì. In realtà però quasi ogni giorno sentiamo parlare di incidenti, che a volte purtroppo si rivelano anche mortali.

Cgil e Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici, hanno affermato:

Questa mattanza deve finire.

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha inoltre annunciato una mobilitazione generale con tanto di assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici e nei luoghi della produzione e iniziative sui territori, in varie regioni d’Italia.

Uno sciopero si era tenuto anche il giorno stesso in cui è avvenuta la tragedia a Firenze. Subito dopo la diffusione della notizia, i membri di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil avevano indetto una protesta in tutto il settore metalmeccanico della provincia di Firenze.

Nel nostro Stivale, come accusano le associazioni, si sta osservando ormai da troppo tempo uno “mattanza”. Secondo i sindacati sta avvenendo “nel silenzio della politica e delle istituzioni”.

I lavoratori e le lavoratrici del settore vogliono dunque dire basta alle morti sul lavoro.

Le persone devono lavorare per vivere e non per morire!

Queste le dure parole di Fiom, Fim e Uilm, le quali hanno aggiunto, nella nota pubblicata venerdì 16 febbraio 2024 dopo la notizia del crollo del cantiere Esselunga, che Firenze è una città in cui si continua a morire di lavoro.

Hanno affermato che gli addetti di determinati settori vivono e lavorano in condizioni di precarietà e sono sempre “gli ultimi ad essere presi in considerazione”.