Anche Alternativa Popolare sarà presente oggi alla fiaccolata in memoria di Aleksej Navalny, il dissidente russo morto venerdì 16 febbraio nella colonia penale di Kharp, il carcere nell’Artico russo a duemila kilometri da Mosca.

Il partito guidato dal segretario Stefano Bandecchi e dal presidente Paolo Alli non poteva infatti lasciar cadere nel vuoto quell’appello all’unità lanciato da Carlo Calenda e raccolto da tutti i partiti politici italiani, unitisi nel ricordo del coraggioso dissidente russo perseguitato per la sua ferma opposizione al regime autocratico di Vladimir Putin.

Fiaccolata per Navalny, Bandecchi e Alli annunciano la partecipazione di Alternativa Popolare

Alternativa Popolare, come spiegato dal segretario Bandecchi e del presidente Alli, non sarebbe infatti mai mancata a un appuntamento così importante dal “punto di vista politico, sostanziale e simbolico”.

Stringersi attorno alla memoria di Aleksej Navalny, secondo i vertici di AP, è infatti essenziale per ricordare come egli sia stato un “martire per la libertà” che ha immolato la sua stessa vita contro la “violenza dittatoriale, sanguinaria e criminale di Putin”.

Alla luce di questa considerazione, la risposta unitaria dei partiti all’organizzazione di una fiaccolata alla memoria di questa coraggiosa vita costituisce, secondo Bandecchi e Alli, un segnale davvero importante non solo nei confronti di tutti i cittadini, ma anche verso la comunità internazionale.

A nome di Alternativa Popolare esprimiamo tutta la vicinanza ai familiari di Alexey Navalny, ricordando a tutti, in nome del suo sacrificio, che la più difettosa delle democrazie è enormemente migliore del più efficiente dei totalitarismi.

Alli (AP): “Navalny nuovo martire per la libertà dei nostri drammatici tempi moderni”

La partecipazione di Alternativa Popolare alla fiaccolata in Campidoglio per Navalny arriva, in ogni caso, dopo la già durissima condanna dell’accaduto espressa dal presidente di AP, Paolo Alli, venerdì.

Definendosi “inorridito dalla notizia della scomparsa di Navanly”, l’ex presidente dell’Assemblea parlamentare della NATO ha infatti subito descritto il dissidente – conosciuto in occasione di alcuni interventi alle assemblee del Partito popolare europeo – come “un uomo tutto d’un pezzo” che non aveva esitato a tornare in Russia “per combattere la propria battaglia di libertà, pur sapendo la sorte che lo attendeva”.

Navalny è un nuovo martire per la libertà di questi tormentati e drammatici tempi moderni, nei quali sembra che l’efficienza dei totalitarismi possa prevalere sul respiro delle democrazie, sempre più in crisi.

Morte Navalny, Alli (AP): “Il suo sacrificio ci ricorda che la libertà non è mai gratis”

L’esempio di Navalny, che ha pagato la sua battaglia di libertà con il prezzo più alto possibile, ovvero la sua vita, è per Paolo Alli la dimostrazione dell’assunto americano per cui “la libertà non ha mai gratis”, ma ha sempre un prezzo che deve essere pagato. Una lezione, purtroppo, oggi estremamente chiara al popolo ucraino, che da quasi due anni sta lottando per la sua libertà dopo la brutale guerra di aggressione voluta proprio da Putin.

Chiedendosi se il sacrifico di Navalny “potrà in qualche modo mettere in discussione le certezze degli irriducibili filorussi che popolano il nostro paese e tutte le democrazie occidentali”, il presidente di Alternativa Popolare si dice tuttavia sicuro che il vero senso di questa testimonianza di libertà non cadrà nel vuoto.

Secondo Alli, infatti,

Questo sacrificio non passerà inosservato a tutti coloro che credono fermamente nei valori della libertà e della democrazia, in particolare i giovani, che tanto hanno cuore il senso di ciò che è giusto e di ciò che non lo è.

Morte Navalny, Alli (AP): “Ennesimo macigno sulla coscienza di Putin”

Evitando quelle ambiguità che troppo spesso popolano la politica italiana, specialmente in relazione ai rapporti con Putin, il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli conclude la sua riflessione puntando il dito contro le responsabilità del presidente russo.

La morte di Navalny, secondo Alli, non è infatti che l’ennesimo “macigno sulla coscienza di colui che non ha esitato e non esita a mandare al macello centinaia di migliaia di giovani per la propria smania di potere” e che, per questo, sarà giudicato dalla storia.