Milan, Pioli e i fantasmi rossoneri – Una sconfitta roboante, per il modo in cui è arrivata, quanto nel risultato. Il 4-2 dell’U-Power Stadium restituisce un Milan ridimensionato nelle ambizioni e nel morale: come se tutta la polvere che i risultati positivi degli ultimi due mesi hanno nascosto sotto il tappeto adesso è tornata nuovamente allo scoperto. Fallito il sorpasso sulla Juventus seconda, i rossoneri adesso si ritrovano a guardarsi dietro e in tal senso – nonostante il margine sulle inseguitrici sia rassicurante – lo scontro diretto contro l’Atalanta nella prossima giornata di campionato potrebbe rappresentare un crocevia fondamentale.

Turnover e scelte discutibili: Pioli e i fantasmi del suo Milan

Perché a preoccupare, nuovamente, è il modo in cui il Milan ha affrontato e perso contro il Monza. Vecchi fantasmi che ritornano e che evidentemente Stefano Pioli non è mai riuscito ad allontanare definitivamente da Milanello. Ed è proprio l’allenatore rossonero – che nel post partita si è assunto tutte le responsabilità della debacle di Monza – a finire nuovamente sotto accusa. A iniziare dalle scelte iniziali che lasciano perplessi: perché optare per un turnover di massa, schierando l’intero attacco di riserva, quando l’andata di Europa League contro il Rennes è finita con un netto 3-0 anziché schierare la miglior formazione possibile per provare a ottenere un successo contro il Monza che avrebbe consentito di scavalcare la Juventus al secondo posto in classifica?

Non sarebbe stato meglio far riposare qualche titolare nella gara di ritorno di giovedì prossimo in Francia? Risultato: Okafor e Chukwueze sono impalpabili, Jovic perde la testa e si fa espellere lasciando la squadra in dieci a inizio secondo tempo, Adli è uno dei peggiori in campo e Thiaw, schierato titolare dopo 4 mesi, è disastroso: l’ingenuità sul fallo da rigore è davvero da bollino rosso.

Una tattica indigesta

Morale delle favola? Scelte sbagliate. E le giustificazioni utilizzate nel post partita da Pioli per spiegare le proprie scelte non convincono: Pulisic era davvero così stanco? In campo si è visto il contrario: l’americano ha fornito l’assist a Giroud e poi realizzato il momentaneo 2-2 trascinando i rossoneri all’illusoria rimonta. Se davvero Leao, come affermato da Pioli, non è sceso in campo dal primo minuto per un problema al polpaccio, perché allora è stato mandato in campo a inizio ripresa? Perché assumersi un rischio così grande se il portoghese non era al meglio? Scelte che fanno discutere ed errori che si ripetono, turnover eccessivo in primis (lo scorso anno ci furono gare in cui Pioli cambiò anche 10 uomini)

Al di là delle scelte di formazione, il Milan di Pioli ha dimostrato per l’ennesima volta di soffrire terribilmente le squadre che lo aspettano chiuse per poi ripartire. A tratti, seppur con protagonisti diversi, è sembrato di rivedere lo stesso leitmotiv delle sfide contro Inter e Juventus: Pioli, evidentemente, come dimostrato a più riprese, non gli riesce a trovare la chiave per scardinare questo genere di soluzione tattica. E gli indizi sono così tanti che la prova è ormai schiacciante.

Ecco perché parlare di serata storta, che dopo due mesi di successi convincenti può anche starci, appare troppo riduttivo. La sensazione è che l’allenatore rossonero sia ormai arrivato a fine ciclo e che a volte la squadra vada avanti per inerzia più che per il credo negli schemi e nella tattica del suo uomo guida in panchina. Una panchina che dal prossimo anno, a prescindere da come finirà la stagione, avrà sicuramente un altro proprietario.