La presentazione di una proposta di legge sugli asset virtuali, dal titolo “Digital Asset Anti-Money Laundering Act”, da parte della senatrice Elizabeth Warren, ha provocato l’immediata risposta da parte della Blockchain Association.

L’associazione che riunisce molte delle maggiori realtà di settore, sorta su impulso di Elon Musk, ha infatti inviato una lettera alla Commissione per i servizi finanziari della Camera e alla Commissione bancaria del Senato. All’interno della missiva sono contenute le preoccupazioni per le implicazioni del provvedimento.

DAAMLA: cosa sostiene la Blockchain Association?

Il nuovo progetto di legge della senatrice Warren ha già riscosso il sostegno di altri 19 senatori. Segno evidente che il mondo politico intende portarlo avanti. Per la Blockchain Association, è quindi scattato un vero e proprio campanello d’allarme.

Per cercare di fronteggiare la situazione, l’associazione ha deciso nuovamente di prendere carta e penna per scrivere ai rappresentanti della politica a stelle e strisce. Una prima comunicazione era infatti stata inviata nel passato mese di novembre, firmata da 40 personalità provenienti da settori come la sicurezza nazionale, l’intelligence e l’esercito statunitensi. Seguita da una visita a Capitol Hill da parte della Blockchain Association proprio per discutere del tema.

La seconda missiva è stata invece firmata da 80 persone che vantano competenze più specifiche nel settore della blockchain. Se nel primo caso si mirava a confutare la narrazione tendente a collegare gli asset digitali all’attacco condotto da Hamas contro Israele che ha poi scatenato la reazione di Netanhyau e l’occupazione della striscia di Gaza, stavolta l’attenzione si focalizza sulle possibili implicazioni che il DAAMLA potrebbe avere da un punto di vista politico.

È a rischio il vantaggio strategico degli Stati Uniti

Secondo la Blockchain Association, se venisse approvato il disegno di legge Warren così com’è, sarebbe a rischio non solo l’occupazione, ma anche il vantaggio strategico USA. Il sacrificio di decine di migliaia di posti di lavoro, peraltro, non garantirebbe reale efficacia nella lotta agli illeciti crypto.

La lettera va anche considerata una risposta ad una precedente comunicazione della Warren. La senatrice, infatti, aveva reagito alla prima missiva accusando l’associazione di minare gli sforzi bipartisan del Congresso per contrastare l’utilizzo di criptovaluta da parte delle organizzazioni terroristiche. E per farlo utilizzava impropriamente ex funzionari della difesa, della sicurezza nazionale e delle forze dell’ordine. Le varie lettere del carteggio sono peraltro state inviate al think tank Coin Center e a Coinbase.

La nuova lettera a Warren della la Blockchain Association muove proprio dalla precedente mossa della Warren. Afferma in pratica che la senatrice ha sollevato dubbi su motivazioni e integrità di numerosi veterani dell’esercito e dell’intelligence statunitense. E, soprattutto, lo ha fatto senza affrontare realmente la sostanza delle preoccupazioni da essi espresse.

Cosa potrebbe accadere ora

Le schermaglia tra le controparti sembrano destinate ad intensificarsi nei prossimi mesi. L’attività della Blockchain Association può infatti essere considerata alla stregua di lobbying, attività ormai di casa nelle stanze del potere statunitense.

È però difficile capire quale direzione potrebbe prendere la vicenda. Il presidente della commissione bancaria del Senato, il senatore Sherrod Brown, democratico dell’Ohio, non ha infatti ancora preso posizione nella discussione in atto.

Considerata la sua influenza, proprio lui potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia. Nella sua veste istituzionale dovrà senz’altro esaminare le argomentazioni della Blockchain Association. Argomentazioni le quali non mancano di incisività, considerata la possibile perdita di posti di lavoro e, soprattutto, i riflessi sullo status di grande potenzia globale del Paese.

La lettera è molto esplicita al riguardo: “Il Digital Asset Anti-Money Laundering Act (DAAMLA) minaccia il vantaggio strategico della nostra nazione, minaccia decine di migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti e ha un impatto minimo sugli attori illeciti che prende di mira”.

Stando ai rilievi dell’associazione, la domanda che si dovrebbero porre i politici è quindi la seguente: questi inconvenienti sarebbero ricompensati da vantaggi reali nella lotta agli illeciti finanziari? La risposta è chiaramente negativa, secondo le realtà del mondo blockchain.

Anche minatori e validatori sarebbero interessati dalla questione

Tra gli aspetti più controversi del disegno di legge c’è quello relativo ai minatori Bitcoin e ai validatori di altre blockchain. Sarebbero infatti considerati alla stregua di parti responsabili per quanto concerne l’implementazione dei regolamenti Know-Your-Customer (KYC) e Bank Secrecy Act (BSA).

A sostenere la scarsa praticità di tale approccio sono molti esperti. Alla base della loro contrarietà c’è proprio la natura della tecnologia blockchain, ovvero la decentralizzazione che la caratterizza.

La discussione è comunque destinata a perdurare. Nel prossimo mese di marzo, la Blockchain Association ha messo in calendario una nuova visita a Capitol Hill. L’intento è quello di discutere in maniera approfondita con i politici sulle questioni relative alla legislazione DAAMLA. Resta da capire se questi ultimi ne avranno realmente voglia.