In questo articolo esamineremo insieme la pensione derivante da un reddito mensile netto di 3000 euro, pari a circa 70.000 euro lordi annuali. Parliamo dunque di un salario considerevole, il quale potrebbe tradursi in una pensione altrettanto sostanziosa, al netto dell’abbattimento causato dal noto tasso di sostituzione. Quest’ultimo rappresenta il rapporto tra l’importo dell’ultimo mese di stipendio e la prima rata di pensione.
Quanto si prende di pensione con uno stipendio di 3000 euro?
Nel corso degli ultimi anni, questo parametro ha subito una significativa diminuzione a seguito di due riforme che hanno rivoluzionato il sistema pensionistico italiano: la riforma Dini del 1995, che ha introdotto il calcolo contributivo, e la riforma Fornero del 2012.
Fino al 1995, con il regime retributivo, la pensione assegnata non superava il 20% in meno dell’ultimo stipendio percepito. Attualmente, con il sistema contributivo, ci troviamo di fronte a un notevole taglio dell’importo pensionistico: circa il 40% in meno per coloro che vanno in pensione con 40 anni di contributi; oltre il 50% in meno per chi si ritira con 30 anni di contributi e così via.
Pensione di vecchiaia
Dopo questa premessa, esploriamo gli scenari per comprendere l’importo della pensione con uno stipendio netto di 3000 euro al mese.
Consideriamo un individuo di 67 anni che, nel 2024, andrà in pensione con 40 anni di contributi e un guadagno annuo lordo di 70.000 euro.
Il calcolo della sua pensione avverrà attraverso il sistema misto, dato che ha accumulato contributi sia prima che dopo il 1996. Supponiamo che abbia accumulato 15 anni di contributi fino al 31 dicembre 1995 e 20 anni da quel momento in poi.
Applicando le regole del retributivo per i primi 15 anni, considerando l’aliquota di rendimento del 2% per gli anni di contributi e il risultato sulle ultime retribuzioni percepite, otteniamo una prima quota di circa 21.000 euro.
La seconda quota, calcolata con le regole del contributivo, si basa su un accantonamento del 33% per ogni anno di stipendio moltiplicato per gli anni di contributi versati dal 1996 (25 anni). Il montante contributivo stimato per il lavoratore è di 577.500 euro, influenzato dal coefficiente di trasformazione del 5,723% a 67 anni, risultando in una seconda quota di 33.050 euro.
Sommando le due quote, l’importo lordo annuo della pensione ammonta a 64.050 euro, corrispondenti a poco meno di 5.000 euro lordi al mese, equivalente a circa 2.600-2.700 euro netti mensili (ossia, una diminuzione di 300-400 euro netti al mese rispetto allo stipendio).
Scenario contributivo puro
Se consideriamo un lavoratore contributivo puro, ovvero chi ha versato contributi esclusivamente dal 1° gennaio 1996, notiamo che la riduzione della pensione rispetto all’ultimo stipendio è significativamente maggiore.
Immaginiamo un individuo di 67 anni con 25 anni di contributi, prossimo alla pensione di vecchiaia. Il calcolo dell’assegno pensionistico avverrà solo con il sistema contributivo.
Il 33% del suo guadagno annuo lordo (70.000 euro) corrisponde a 23.100 euro, moltiplicato per 25 anni di contributi restituisce il montante contributivo di 577.500 euro.
Applicando il coefficiente di trasformazione del 5,723%, l’importo lordo annuo della pensione risulta essere di 33.050 euro, pari a circa 2.500 euro lordi al mese, equivalente a circa 1.800 euro netti al mese, con una diminuzione di 1.200 euro netti al mese rispetto all’ultimo stipendio percepito.
Anticipo con Quota 103
E se volessimo anticipare l’accesso alla pensione, ad esempio mediante la Quota 103?
A partire dal 1° gennaio 2024, l’ultima misura introdotta nel contesto previdenziale italiano presenta aspetti nettamente sfavorevoli per i lavoratori desiderosi di utilizzarla per anticipare il ritiro dal mondo del lavoro.
L’importo della pensione con Quota 103 sarà completamente calcolato tramite il sistema contributivo, anche se gli anni di contributi sono stati versati prima del 1996.
Immaginiamo, quindi, un lavoratore conforme ai requisiti richiesti, 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un guadagno annuo lordo di 70.000 euro (3.000 euro di stipendio netto al mese).
Il suo montante contributivo si attesterà a 947.500 euro, su cui applicheremo il coefficiente di trasformazione, che a 62 anni scende al 4,88%.
Il 4,88% di 947.500 euro equivale a 46.218 euro, ossia l’importo lordo di un anno di pensione, circa 3.555 euro lordi al mese, corrispondenti a circa 2.100-2.200 euro netti al mese, con una diminuzione di circa 800-900 euro netti rispetto allo stipendio.
Anticipo secondo la formula Fornero
Chi, invece, desiderasse andare in pensione seguendo la formula “Fornero” (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; un anno in meno per le donne, senza limiti anagrafici), quale sarebbe l’importo della pensione con uno stipendio netto di 3.000 euro al mese?
Supponiamo che il nostro lavoratore abbia accumulato 16 anni di contributi fino al 1995 e gli altri 27 anni dal 1996 ad oggi, ed è pronto ad andare in pensione a 65 anni (con un coefficiente di trasformazione del 5,35%).
Anche in questo caso, useremo il sistema misto di calcolo, individuando due quote: la “retributiva” potrebbe ammontare a 22.400 euro; la “contributiva” a 33.368 euro.
Sommando le due quote, otterremo l’importo lordo di un anno di pensione: 55.768 euro, circa 4.290 euro lordi al mese, pari a circa 2.700 euro netti al mese, con una perdita di 300 euro al mese rispetto all’ultimo stipendio.