Attraverso esempi pratici di calcolo, esamineremo l’entità della pensione correlata a uno stipendio mensile di 1100 euro. Consideriamo un reddito lordo annuo di circa 21.000 euro, una cifra che, seppur non elevata, rappresenta comunque un reddito dignitoso.
Il punto chiave non è tanto l’ammontare dello stipendio, bensì il tasso di sostituzione, che può comportare significative riduzioni del valore della pensione accumulata, soprattutto per i lavoratori a contribuzione pura, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi solo dal 1° gennaio 1996.
Quanto si prende di pensione con uno stipendio di 1100 euro?
Come vedremo più avanti, in alcuni scenari l’importo della pensione associato a uno stipendio di 1100 euro netti al mese può scendere al di sotto della soglia minima richiesta per accedere all’integrazione al trattamento minimo. È importante notare che questa integrazione non è concessa ai pensionati con un percorso contributivo puro, mentre è disponibile per coloro che hanno visto il loro assegno pensionistico ricalcolato seguendo le regole del contributivo.
Una volta conosciuto il reddito lordo annuo e il periodo in cui sono stati versati i contributi, è fondamentale conoscere l’età del lavoratore o della lavoratrice intenzionato/a a andare in pensione e la sua anzianità contributiva.
Primo esempio:
Prendiamo ad esempio un dipendente di 67 anni con un reddito lordo annuo di 21.000 euro (1.100 euro netti al mese) e 25 anni di contributi versati dal 1996 ad oggi.
Per calcolare la pensione, utilizzeremo il sistema contributivo, identificando l’importo del suo montante contributivo, cioè il capitale accumulato dal lavoratore nel corso della sua carriera.
Un dipendente versa il 33% della sua retribuzione per ogni anno lavorativo: con 25 anni di contributi, potrebbe aver accumulato un montante contributivo di 173.250 euro. Applicheremo quindi il coefficiente di trasformazione, che, a 67 anni, è del 5,72%.
Il 5,72% di 173.250 euro equivale a 9.900 euro, l’importo lordo annuale della pensione, pari a circa 760 euro lordi al mese, corrispondenti a circa 550 euro netti al mese, con una diminuzione di quasi 600 euro rispetto all’ultima retribuzione percepita.
Secondo esempio:
Consideriamo una lavoratrice di 67 anni con 40 anni di contributi, di cui 13 anni fino al 1995 e 27 anni dal 1996 ad oggi. In questo caso, il calcolo della sua pensione avviene attraverso il sistema misto, determinando l’importo di due componenti.
La prima componente, basata sul retributivo, implica l’applicazione dell’aliquota del 2% moltiplicata per gli anni di contributi accumulati fino al 1995, e il risultato viene quindi moltiplicato per l’importo dell’ultima retribuzione percepita. Questa quota ammonta a circa 5.500 euro.
La seconda componente segue le regole del contributivo, come precedentemente descritte. Con 27 anni di contributi, la lavoratrice accumulerà un montante contributivo di 187.110 euro. Applicando il coefficiente di trasformazione del 5,72%, otteniamo l’importo della seconda quota, pari a 10.702 euro.
Sommando le due componenti (5.500 euro e 10.702 euro), otteniamo l’importo lordo annuale della pensione, pari a 16.202 euro, ovvero poco meno di 1.250 euro lordi al mese. Ciò corrisponde a circa 800-850 euro netti al mese, comportando una perdita di circa 300 euro rispetto allo stipendio precedente.
Pensione anticipata
Primo esempio:
Se ipotizziamo l’anticipazione dell’uscita dal lavoro a 65 anni per un lavoratore con 43 anni di contributi, pronto per la pensione anticipata ordinaria, il suo coefficiente di trasformazione si ridurrà dal 5,72% al 5,35%. Utilizzando il sistema misto, l’assegno pensionistico risultante sarebbe di circa 16.730 euro lordi annui, equivalente a poco meno di 1.300 euro lordi al mese o circa 900 euro netti al mese, comportando una perdita di 200 euro rispetto allo stipendio precedente.
Secondo esempio:
Se desideriamo calcolare l’importo della pensione con uno stipendio di 1100 euro di un lavoratore che si avvicina all’uscita con Quota 103, dobbiamo considerare che, dal 1° gennaio 2024, l’assegno pensionistico con Quota 103 sarà calcolato interamente con il sistema contributivo. Supponendo che il lavoratore abbia 62 anni e 41 anni di contributi (requisiti minimi per Quota 103), avremo un montante contributivo di 285.000 euro. Applicando il coefficiente di trasformazione del 4,882%, otteniamo un importo lordo annuo di pensione di 13.900 euro, equivalente a circa 1.100 euro lordi al mese o circa 700-750 euro netti al mese, con una perdita di circa 350-400 euro rispetto allo stipendio.
Terzo esempio:
Le lavoratrici interessate a Opzione Donna saranno maggiormente penalizzate. Dal 1° gennaio 2024, l’accesso sarà consentito alle donne licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver o invalide con una percentuale pari o superiore al 74%, che abbiano compiuto 61 anni di età (con sconti di uno o due anni in base ai figli avuti) e 35 anni di contributi. Anche in questo caso, l’assegno è ricalcolato con le regole del contributivo. Con un montante contributivo di circa 243.000 euro e l’applicazione di un coefficiente di trasformazione del 4,744%, l’importo lordo annuo della pensione sarebbe di 11.528 euro, pari a circa 890 euro lordi al mese o 550-600 euro netti al mese, comportando perdite fino a 500-550 euro al mese rispetto allo stipendio.