Cuckoo è il film horror presentato fuori concorso nella sezione Berlinale Special alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Il film è diretto dal tedesco Tilman Singer e ha per protagonista Hunter Schafer, star della serie Euphoria. La surreale pellicola, accolta con favore dalla critica, attraversa i generi e sorprende per la sua originalità, marchio di fabbrica dell’autore di Luz.
Cuckoo: di cosa parla l’horror in concorso alla Berlianle 2024
La 17 enne americana Gretchen ha perso da poco sua madre e per questo è costretta a lasciare gli Stati Uniti e a trasferirsi dal padre in Germania. L’uomo ha da poco ottenuto un nuovo lavoro in un isolato resort di montagna sulle Alpi. Ad attendere la ragazza ci sono anche la matrigna e la sorellastra sordomuta Alma. Ad accoglierli nella loro nuova residenza c’è Mr. König, l’ambiguo gestore della struttura. Da subito, il nuovo datore di lavoro del padre di Gretchen mostra un particolare interesse per la sorellastra.
Sulle prime, il luogo sembra una qualunque località turistica di montagna, tra vette innevate e graziose baite. La permanenza nel resort però inizia a rivelare il suo lato oscuro. Colta da strani presagi, Gretchen avverte misteriosi suoni provenire dalla foresta che circonda la struttura. Inoltre, una bizzarra figura femminile inizia a perseguitarla, facendo aumentare il suo stato di angoscia.
Mentre molte delle persone che la circondano iniziano a comportarsi in modo incomprensibile, si susseguono visioni sanguinose e incontri con personaggi inquietanti. La giovane tenta di comprendere cosa nasconde la spaventosa dimora e il segreto che potrebbe gettare luce anche sui legami tra i componenti della sua famiglia. Qualcuno nell’ombra ha in realtà ordito un complotto dai risvolti terrificanti ai loro danni.
Tilman Singer: secondo horror per il regista di Luz
Tilman Singer è un regista amante del genere horror. Nel 2018, il 36enne tedesco ha diretto Luz, la storia di una giovane tassista lungo l’arco di una notte terrificante. In entrambi i suoi due film, Singer ama miscelare i generi, fino ad arrivare a costruire scene dai toni surreali e fantascientifici, con punte di noir e risvolti ironici. Questo mix imprevedibile rende i suoi lungometraggi una composizione anomala, che travalica il genere horror perdendosi in una serie di citazioni visive, spesso nascoste tra le sequenze, intrise di humor nero.
Il gusto per l’assurdo è diventato il marchio di fabbrica del regista tedesco. Una scelta narrativa che rischia di farlo restare sospeso tra il grottesco e l’autentica tensione. L’ironia è una costante della sue pellicole, elemento che spesso arriva a salvare scene decisamente strampalate. Gli amanti del genere possono comunque farsi travolgere dalle tante citazioni che rimandano a film cult del passato, tra noir, thriller e fantascienza, da scovare come in una caccia al tesoro.
Sullo sfondo della vicenda intrisa di suspence e mistero, si innestano anche temi universali, come i legami di famiglia, la diversità e il disagio adolescenziale. A dare un volto emaciato e sofferto alla protagonista Gretchen c’è Hunter Schafer, la Jules Vaughn della serie televisiva Euphoria. Un ruolo che le calza decisamente a pennello. Tra le chicche del film, un pezzo italiano d’antan nella colonna sonora, scelta che ricorre da un po’ di anni anche nelle produzioni internazionali. Il brano è Il mio prossimo amore, cantato da Loretta Goggi nel 1981, utilizzato come sottofondo di una delle scene clou del film.