C’è ancora tanto da fare sulle cure palliative. Lo ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi nel corso di un’intervista al programma ‘In mezz’ora‘ su Rai 3, il presidente della Cei ha toccato molti argomenti oltre al fine vita: dalla guerra in Medio Oriente fino al ruolo della politica.
Zuppi sulle cure palliative e sul fine vita
“Quando parliamo di diritto alla vita, parliamo di diritto a non soffrire. Le cure palliative non possono arrivare solamente alla fine” ha spiega il cardinale Zuppi durante un’intervista a ‘In Mezz’ora’. Secondo l’arcivescovo di Bologna è necessario prestare un’attenzione maggiore alle cure palliative. Il presidente della Cei ribadisce che il diritto a non soffrire permetterebbe di scegliere di più. Zuppi infine ‘boccia’ l’iter legislativo dell’Emilia Romagna sul fine vita dicendo che una soluzione diversa regione per regione non è accettabile.
Il crollo del cantiere a Firenze
Non manca un commento su quanto accaduto lo scorso 16 febbraio in un cantiere dell’Esselunga a Firenze. Secondo Zuppi la vita ha un valore che non può mai essere calcolato e che da una situazione del genere è necessario trarre le conseguenze. Secondo il presidente della Cei, uno dei problemi più grossi sono “i controlli e i ribassi“.
Povertà, migranti e guerra
Sulle migrazioni tra la Chiesa e il governo, spiega l’arcivescovo di Bologna, ci sono valutazioni e preoccupazioni diverse tuttavia continua ad esserci un dialogo importante continuo. Il presidente della Cei ha affrontato il tema della povertà denunciando nel corso della trasmissione un aumento della disuguaglianza.
Spazio anche alle due guerre in corso. Per quanto riguarda la situazione a Gaza, Zuppi ribadisce la condanna agli attacchi dello scorso 7 ottobre e difende il segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin che negli scorsi giorni ha invocato un ‘cessate il fuoco‘ e ha parlato della reazione di Israele. Si lavora per la pace anche Ucraina, spiega Zuppi:
“Dobbiamo sempre cercare di vedere la pace, la guerra è una sconfitta terribile, ogni giorno in più, sono tante persone in più che muoiono, che soffrono, è un giorno di angoscia. E’ una sofferenza che dobbiamo far nostra”