La protesta degli agricoltori arriva a San Pietro: nella mattinata di oggi, domenica 18 febbraio 2024, una rappresentanza dei lavoratori del settore sono giunti a Roma per assistere all’Angelus di Papa Francesco. Con loro c’è anche la mucca Ercolina. A Bergoglio hanno inviato una lettera e dato in dono un trattore.

Protesta degli agricoltori: a San Pietro arrivano i trattori

Ai microfoni dell’Ansa Pietro Megna, uno dei portavoce di Agricoltori Italiani, ha fatto sapere che è stata inviata una lettera a Papa Francesco con una richiesta ben precisa: quella di dare voce ai vari problemi e alle non poche difficoltà che i lavoratori del settore stanno affrontando in quest’ultimo periodo.

Hanno lanciato un appello a Bergoglio affinché lui e l’intero Vaticano affrontino le numerose questioni che li vedono coinvolti. Megna ha riferito che oggi gli agricoltori si trovano a San Pietro proprio per dare un chiaro segnale.

Ha aggiunto inoltre di aver portato un trattore, simbolo della protesta, nonché simbolo della fatica degli agricoltori. Con gli agricoltori, come abbiamo detto all’inizio, nella Capitale è giunta anche la mucca Ercolina, diventata famosa per essere stata Sanremo durante la 74esima edizione del celeberrimo Festival della musica italiana nelle scorse settimane.

Gli agricoltori italiani hanno ringraziato il Papa ed espresso gratitudine nei suoi confronti in quanto il Santo Padre li ha già accolti e ha già parlato con loro. Ciò però non è bastato e non basterà. Per tale motivo il gruppo di lavoratori invoca il suo sostegno e la sua benedizione.

Nella lettera inviata al numero uno del Vaticano, i manifestanti hanno ricordato che ormai da settimane, “con orgoglio e tenacia” stanno partecipando a proteste, manifestazioni ed eventi di estrema importanza per far sentire la loro voce.

L’obiettivo è – come hanno ribadito nella missiva mandata a Papa Francesco – quello di avere risposte concrete dagli organi di governo. Per raggiungere tale scopo è necessario anche che tutti i cittadini e le cittadine siano a conoscenza delle difficoltà che questo settore sta vivendo negli ultimi tempi.

Gli agricoltori, in sostanza, chiedono una riforma del settore.

La lettera al Papa

Questa mattina ad arrivare a San Pietro con un mezzo agricolo è stata una delegazione del Maf, sigla che indica i Movimenti agricoli federati. I partecipanti a tale manifestazione sono giunti nei pressi di piazza San Pietro e hanno rilasciato dichiarazioni.

Hanno appunto riferito di aver scritto al Sommo Padre e di avergli chiesto una benedizione per “trovare la forza di vincere la partita” che stanno giocando in questo momento.

Gli agricoltori, in realtà, si sono rivolti anche ai semplici cittadini, non solo ad organi di governo e al Papa.

All’Adnkronos Roberto Rosati, portavoce del Movimento Agricoltori Federati, ha spiegato di essere stato ricevuto, insieme ad alcuni colleghi, dentro la Gendarmeria vaticana. Ha confermato inoltre la notizia del trattore dato in dono al pontefice.

Caro Pontefice, con infinita gratitudine la ringraziamo per averci dato la possibilità di portare la nostra voce e la nostra presenza nella tua Santa Casa.

È questo l’incipit della missiva che gli agricoltori a San Pietro nella mattinata di oggi, domenica 18 febbraio 2024, hanno consegnato al numero uno del Vaticano.

Nella lettera hanno ribadito la loro preoccupazione per le sorti dell’agricoltura nel nostro Paese. Hanno sostenuto, ancora una volta, l’urgenza e la necessità di avere leggi e disposizioni concrete per aiutare, stimolare e cambiare il settore dell’agricoltura. Settore che in questo momento sta vivendo una forte crisi.

Gli agricoltori hanno affermato che non sono più disposti ad aspettare. E questo vale tanto per il presente, quanto per il futuro. Nella lettera mandata a Papa Francesco hanno fatto riferimento anche alle generazioni future.

Hanno affermato che l’uomo ormai non è più padrone delle terre, “ma solamente il loro custode”. Queste tuttavia sono “fonti di vita” che vanno trattate con rispetto. I lavoratori inoltre continuano a lamentare di essere soggetti a politiche economiche e agrarie definite “non adeguate, speculative ed inique”.

Hanno concluso la lettera dicendo che le loro manifestazioni e le loro proteste non si fermeranno finché non otterranno i risultati sperati che potrebbero portare a dei netti miglioramenti in campo agricolo.

Infine hanno evidenziato il loro bisogno di continuare a percorrere le strade del dialogo e della perseveranza per giungere a traguardi concreti.