Rimpallo di responsabilità tra Cina e Taiwan, dopo l’incidente che ha causato la morte di due cittadini cinesi vicino alle isole Kinmen e in cui è stata coinvolta anche la Guardia Costiera di Taipei. Pechino ha annunciato che intensificherà il pattugliamento nell’area con l’obiettivo di “mantenere ulteriormente l’ordine”.
La Cina annuncia maggiori controlli nelle acque di Taiwan: “Proteggiamo la vita dei pescatori”
Una barca cinese, con a bordo quattro persone, si è capovolta vicino alle isole Kinmen- nel territorio di Taiwan- mentre era inseguita dalla guardia costiera di Taipei. L’incidente è avvenuto lo scorso 14 febbraio: due persone sono morte e altre due sono rimaste ferite.
L’episodio ha quindi fornito il pretesto alla guardia costiera cinese per decidere di effettuare “regolari operazioni di pattugliamento” nell’area. Con l’obiettivo di “mantenere ulteriormente l’ordine” e “proteggere la sicurezza della vita dei pescatori”.
Sale la tensione tra i due Paesi
La Cina ha condannato Taiwan per quanto avvenuto, accusando le autorità marittime taiwanesi di usare “metodi violenti e pericolosi”. Ha quindi esortato l’isola a rilasciare i due membri sopravvissuti dell’equipaggio della barca, che sono stati arrestati.
Taiwan, a sua volta, ha incolpato Pechino, sottolineando che la barca si trovava “in acque proibite” nei pressi delle isole Kinmen. Ossia un territorio amministrato da Taiwan, ma ad appena cinque chilometri dalla città cinese di Xiamen.
Lo scorso gennaio, in occasione delle elezioni presidenziali– che ha visto trionfare William Lai- il governo di Taipei aveva lanciato un monito alla Cina, invitando il Paese a rispettarne il risultato.