Ha avviato accertamenti la Procura di Firenze che si sta occupando del terribile caso del crollo del cantiere Esselunga in via Mariti: spunta l’ipotesi secondo cui due degli operai deceduti potrebbero essere stati immigrati irregolari sul territorio italiano. Stando a quanto emerge per il momento, questi due potrebbero aver avuto documenti e permessi di soggiorno non a posto.

Crollo cantiere Firenze, si indaga su possibili operai irregolari

Tra gli operai che hanno perso la vita mentre lavoravano al cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Nord di Firenze potrebbero essercene due irregolari. La tragedia si è verificata attorno alle 9.30 della mattina di venerdì 16 febbraio 2024, in una zona periferica della città, vicino Novoli.

La Procura del capoluogo toscano ha aperto un fascicolo per crollo colposo e omicidio colposo plurimo. Per il momento non risultano esserci iscritti dei nomi nel registro degli indagati, ma le cose potrebbero presto cambiare.

Nelle prime operazioni di tale inchiesta è emersa subito la possibilità che due delle vittime della tragedia possano essere stati immigrati irregolari e forse addirittura anche senza permesso di soggiorno per stare nel Paese.

Su tale situazione – che, per il momento, rimane solo un’ipotesi e non una notizia accertata – sono stati avviati accertamenti di vario tipo. Con ogni probabilità, nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, avremo maggiori informazioni in merito.

La Procura sta cercando di far chiarezza sulla presunta presenza di manodopera irregolare nei vari lavori in subappalto per la costruzione di uno dei tanti negozi della nota catena di supermercati italiani a Firenze.

Chi sono le vittime?

Al momento le vittime accertate di questa tragedia sul lavoro sono quattro. Sotto le macerie soccorritori e Vigili del Fuoco stanno cercando ancora il corpo di un quinto uomo, dato per disperso. Le speranze di ritrovarlo vivo sono praticamente nulle.

Si tratta di Bouzekri Rachimi, uomo 56 anni, originario del Marocco. A perdere la vita sono stati l’autotrasportatore italiano Luigi Coclite, il tunisino di 54 anni Mohamed Toukabri, il giovane Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Taoufik Haidar, 45 anni, entrambi connazionali di origini marocchine.

I quattro operai risulterebbero essere stati residenti tutti in Lombardia. Tra questi appunto potrebbero esserci stati due soggetti irregolari.

A proposito di ciò il sindaco di Firenze Dario Nardella non ha rilasciato dichiarazioni. Prima di annunciare che oggi, domenica 18 febbraio 2024, la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone si recherà sul posto dove si è consumata la tragedia, il primo cittadino ha affermato:

C’è un’indagine in corso e non posso dire niente.

Dall’altra parte però il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi Sinistra Angelo Bonelli ha aspramente criticato:

Due vittime della strage del cantiere erano irregolari e senza permesso di soggiorno. Non sono morti due irregolari ma due persone che non si è voluto regolarizzare a causa di leggi criminali e ipocrite.

Che cos’è successo a Firenze

Il tragico incidente avvenuto in via Mariti ha sconvolto Firenze e l’Italia intera. Si tratta delle ennesime morti sul lavoro, che rappresentano ancora un grande problema per il nostro Paese (e non solo).

Secondo le prime ricostruzioni sul caso, una trave di cemento armato lunga una ventina di metri è crollata per motivi ancora da accertare. Ha provocato il cedimento di altro materiale, lo stesso che ha travolto le vittime.

I lavoratori coinvolti sono stati 8 in totale. Quattro sono stati trovati senza vita. Tre sono stati i feriti, alcuni dei quali anche in modo grave. Uno, per il momento, è l’uomo dato ancora del disperso.

Le operazioni di scavo e ricerca stanno proseguendo senza sosta. Le persone al lavoro al momento del crollo erano circa 50. Il cantiere ora è sotto sequestro.

Ieri, sabato 17 febbraio, a Firenze e in tutta la Regione Toscana, i cittadini e le cittadine hanno osservato rispettivamente il lutto cittadino e quello regionale. I punti Esselunga della città sono rimasti chiusi nel pomeriggio in segno di rispetto per le vittime e le loro famiglie.

Sul caso sono intervenuti moltissimi politici, nonché vertici e membri di associazioni sindacali a difesa dei lavoratori e i comuni cittadini. La tragedia ha riacceso i riflettori sull’argomento sicurezza sul lavoro in Italia.

Purtroppo ancora troppo spesso sentiamo parlare di persone che rimangono vittime di incidenti – anche mortali – sul luogo di lavoro.