Le previsioni degli esperti parlano di un allentamento monetario atteso per il 2024, ma ad oggi non c’è nulla all’orizzonte. Per Lagarde non occorrono scelte affrettate.
Al momento non c’è nulla di ufficiale e neppure alcuna data precisa sul possibile taglio dei tassi di interesse, che potrebbe giungere all’inizio della stagione estiva 2024. C’è da avere pazienza e da attendere ancora un po’ in quanto è necessario comprendere se l’inflazione calerà.
Rimane il nodo della recessione economica e dell’incremento dei prezzi al consumo. Per parlare di allentamento monetario è ancora prematuro: bisogna avere prudenza in quanto decisioni troppo affrettate potrebbero costringere a mettere in atto politiche restrittive.
Taglio dei tassi, Lagarde: nessuna scelta azzardata
Sul taglio dei tassi di interesse gli esperti si attendevano già un allentamento monetario entro il primo trimestre dell’anno, ma in effetti non sarà così. La Presidente Lagarde punta a raggiungere l’obiettivo target di un tasso di inflazione pari a due punti percentuali. Il trend inflazionistico ha rallentato il rally, ma occorre prestare massima attenzione ad implementare misure restrittive: bisogna raccogliere dati volti a comprendere quanto la discesa del carovita sia sostenuta.
Al momento, Lagarde non ha ufficializzato ancora quando ci potrebbe essere il taglio dei tassi d’interesse. Dopo i continui rialzi dei tassi decisi dalla Bce durante la stagione estiva 2022, a partire dall’inizio della stagione autunnale 2023 i tassi sono fermi al 4,5%. Le proiezioni degli analisti parlano chiaro e si prevede un allentamento monetario entro la fine dell’estate 2024. La diretta conseguenza è che mutui e prestiti diventeranno sempre meno costosi e le rate dei finanziamenti si “alleggeriranno”.
L’economia è ancora debole, ma ci saranno dei “timidi” segnali di crescita nel corso del 2024. Ogni decisione assunta dalle banche centrali relativamente ai tassi di interesse ha effetti sull’offerta dei prestiti e dei mutui e sui bilanci delle banche. Sul fronte dei consumi si è registrata una ripresa e, sul versante dei risparmi, abbiamo assistito ad un vero e proprio boom di ordini di obbligazioni e di titoli di stato, tra cui BTp e BoT da parte delle famiglie italiane e degli investitori stranieri.
Con l’attesissimo allentamento dei tassi di interesse da parte della Bce, i rendimenti delle obbligazioni emesse dal Tesoro dovrebbero calare. Minore interesse è manifestato nei confronti degli zero coupon bond, ovvero delle obbligazioni senza cedola. L’inflazione è scesa, ma gli stipendi nell’Eurozona hanno imboccato una crescita piuttosto sostenuta. Inoltre, il mercato del lavoro rimane robusto. La crescita salariale rappresenta un importantissimo fattore della dinamica inflazionistica.
Il trend inflazionistico potrebbe riacutizzarsi
Sull’allentamento monetario bisognerà attendere ancora qualche mese: il trend inflazionistico continua ad essere fonte di preoccupazione gli economisti, in particolare i “falchi”. Ridurre il costo del denaro potrebbe riacutizzare l’inflazione e dare nuovo impulso all’economia stagnante dell’Europa.
Con l’affievolirsi degli shock dell’offerta il rallentamento del trend inflazionistico riflette il trionfo della deflazione. Per esperienza storica è necessario essere cauti e prudenti dal momento che una mossa troppo affrettata potrebbe riaccendere e far divampare l’inflazione. Quindi, è chiaro che il taglio dei tassi non sarà imminente e non sarà ufficializzato entro la stagione primaverile, ma sarà necessario attendere ancora qualche utile dato sul calo dell’inflazione. Sulle aspettative del trend inflazionistico emergono differenti segnali.
Secondo le aspettative, per il prossimo triennio le attese potrebbero leggermente aumentare dal 2,4 percento ai 2,5 punti percentuali. La Banca Centrale Europeo ha diffuso un bollettino in cui sottolinea che l’attività di business dell’Eurozona inizierà un lento miglioramento nei primissimi tre mesi del corrente anno.
Nonostante la crescita del PIL si mantenga tenue, i segnali di potenziamento sono già presenti: alla fine dell’anno i nuovi ordinativi hanno iniziato ad incrementare nel settore manifatturiero e nel comparto terziario. La crescita degli ordinativi dovrebbe rafforzarsi gradualmente nel corso del corrente anno.