Assegno di inclusione, risulta respinta una domanda su 4 presentata dalle famiglie: il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali fa sapere i motivi della bocciatura e cosa fare in vista dei prossimi pagamenti. Finora, dai dati sulla misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza dal 1° gennaio 2024, emerge che sono 480mila le famiglie che hanno ricevuto la nuova indennità per la mensilità di gennaio 2024 (considerando i pagamenti del 26 gennaio e del 15 febbraio 2024) con un importo medio di 620 euro. 

I percettori dell’assegno di inclusione 2024 sono, dunque, il 65 per cento del target che il ministero aveva calcolato sulla nuova indennità. In tutto, infatti, dovrebbero essere 737mila le famiglie che, a regime, percepiranno l’Assegno di inclusione. L’obiettivo, dunque, è ancora distante, in quanto le istante bocciate risultano essere 182.350, pari al 23,4 per cento del totale delle domande presentate.

Assegno di inclusione, respinta una domanda su 4: ecco perché

È ancora distante il target delle famiglie che beneficeranno dell’Assegno di inclusione nel 2024. Secondo i dati del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, infatti, i pagamenti della mensilità di gennaio sono stati 480mila, ma l’obiettivo è arrivare a 737mila famiglie salvaguardate con la misura che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza.

Le domande bocciate sono state 182.350. Il ministero ha quindi fornito le motivazioni della bocciatura delle istanze, in modo che i richiedenti possano prestare attenzione ai requisiti da presentare. Infatti, tra le ragioni della bocciatura rientra quella di una Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) più alta rispetto alla soglia ammessa, ma anche l’omessa situazione lavorativa. Dai dati del ministero risulta che, su 182.350 domande bocciate, 77.331 istanze hanno motivazione di Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) difforme. 

Assegno inclusione domanda respinta: ecco le motivazioni

Si ricorda che, rispetto al Reddito di cittadinanza, i controlli sulla domanda dell’Assegno di inclusione avvengono preventivamente, prima cioè che l’Inps effettui i pagamenti. Tra gli adempimenti necessari rientra anche la necessità di sottoscrivere il Patto per l’attivazione digitale (Pad). 

Tra le istanze bocciate, 24.115 pratiche necessitano di ulteriore documentazione, in particolare per quanto concerne l’accertamento della disabilità, uno dei requisiti per ottenere il trattamento dell’Inps. All’interno di questo numero di pratiche non passate, rientra anche la motivazione del nucleo familiare non conforme, ragione per la quale l’Istituto di previdenza può richiedere un supplemento di documentazione.

In effetti, 801 domande risultano sospese perché l’Inps richiede maggiori informazioni sulla residenza anagrafica. Tali informazioni, non essendo complete negli archivi interni dell’Istituto di previdenza, sono richiesti direttamente all’Anagrafe nazionale delle persone residenti (Anpr). L’attesa, dunque, deriva dai maggiori accertamenti. Tra gli ulteriori accertamenti che l’Inps richiede ad altri enti vi sono anche quelli relativi alla situazione di difficoltà delle famiglie con presa in cura e assistenza. In tutto, sospensioni per residenza e difficoltà riguardano 22.762 istanze. 

Adi 2024, cosa fare per i prossimi pagamenti? 

Le famiglie che hanno presentato domanda di Assegno di inclusione e che dovessero avere la pratica sospesa verranno informate dall’Inps tramite comunicazione. Si ricorda che lo stato della pratica si può visualizzare sul portale dell’Inps: abbiamo riportato tutte le cause che bloccano la procedura e cosa fare per sbloccarla. Il prossimo pagamento è fissato al 27 febbraio 2024: in questa data riceveranno la seconda rata 2024 tutte le famiglie che hanno ricevuto il primo pagamento il 26 gennaio o il 15 febbraio scorsi.