La disidrosi è una condizione della pelle caratterizzata dalla comparsa di piccole vesciche dolorose, solitamente sulle mani e sui piedi.

Sebbene la disidrosi possa essere fastidiosa, esistono diversi trattamenti disponibili per alleviare i sintomi e promuovere la guarigione della pelle colpita.

È importante consultare un dermatologo per una corretta diagnosi e un piano di trattamento personalizzato. Scendiamo nei dettagli e scopriamo le cause della disidrosi, i sintomi, e come guarire.

Quali sono le cause della disidrosi

La disidrosi è una malattia infiammatoria della pelle che provoca vesciche e prurito sulle mani e sui piedi.

Questa condizione, chiamata anche dermatite disidrotica, causa un’eruzione cutanea che si manifesta a singhiozzo e le sue cause non sono completamente note.

Si ritiene che diversi fattori, sia interni che esterni, possano contribuire allo sviluppo della disidrosi, tra cui altre malattie della pelle come la dermatite atopica, l’allergia da contatto, le infezioni fungine, il clima caldo e umido, alcuni farmaci e persino lo stress.

Anche se la disidrosi può essere fastidiosa, ci sono opzioni terapeutiche disponibili per gestire i sintomi e migliorare la qualità della pelle colpita.

È importante consultare un dermatologo per una corretta diagnosi e un piano di trattamento adeguato.

Quali sono i sintomi della disidrosi

I sintomi della disidrosi includono la comparsa improvvisa di vescicole o bolle sulle mani e sui piedi, spesso accompagnate da prurito.

Queste vescicole contengono un liquido trasparente e si trovano principalmente tra le dita e sulla pianta dei piedi. In circa il 10% dei casi, l’eruzione cutanea può estendersi anche ai piedi, mentre in un altro 10% si manifesta solo sulla pianta dei piedi.

Nel corso di alcune settimane, le vescicole tendono a seccarsi e guarire, formando delle squame sulla pelle interessata.

Nei casi più gravi, può svilupparsi eczema cronico, ccompagnato da ispessimento della pelle e scurimento dell’area interessata.

Esistono diverse forme di disidrosi, tra cui la forma secca chiamata disidrosi lamellosa, caratterizzata da desquamazione senza la presenza di vescicole.

Nella forma più grave, nota come pomfolice, le vescicole possono essere significativamente più grandi e possono anche unirsi insieme, causando un’irritazione più intensa.

Questa forma può colpire sia le mani (chiamata cheiropompholyx) che i piedi (chiamata podopompholyx).

Come si diagnostica e si cura la disidrosi

La diagnosi della disidrosi di solito viene effettuata attraverso un esame fisico, durante il quale il dermatologo identifica e riconosce i tipici cambiamenti della pelle associati alla malattia.

Durante l’anamnesi, vengono esaminati possibili fattori di rischio come la presenza di altre condizioni cutanee, l’abitudine al fumo o allergie.

Se si sospetta un’infezione fungina o di un’allergia, possono essere eseguiti test specifici come test micologici o allergologici.

Il trattamento della disidrosi prevede diverse opzioni.

Nei primi stadi della malattia, i dermatologi possono prescrivere unguenti o bagni con tannini. La terapia standard comprende l’uso di creme o unguenti contenenti corticosteroidi (cortisone) per ridurre l’infiammazione e il prurito.

È importante mantenere una routine costante di applicazione di questi prodotti e idratare regolarmente le mani e i piedi con creme idratanti.

Se vi è segno di infezione, possono essere necessari antibiotici. In alcuni casi, il trattamento può includere l’esposizione della pelle interessata ai raggi UV o l’uso di tossina botulinica o ionoforesi per alleviare i sintomi.

Anche se non si conoscono con precisione le cause della disidrosi, nella maggior parte dei casi i sintomi possono essere gestiti efficacemente.

Nei casi lievi, i sintomi possono risolversi spontaneamente entro due o tre settimane. Tuttavia, con un trattamento regolare, è possibile ridurre significativamente i sintomi e accorciare la durata degli attacchi, specialmente nelle forme più gravi della malattia.

Sebbene la disidrosi tenda a manifestarsi più volte nel tempo, la frequenza delle riacutizzazioni di solito diminuisce nel corso degli anni.