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Stablecoin

Le stablecoin aiuteranno il dollaro a restare dominante, lo afferma un dirigente FED

Le stablecoin aiuteranno il dollaro a mantenere il proprio ruolo dominante a livello globale. La tesi, abbastanza sorprendente, è stata esplicitata da Cristopher Waller, membro del consiglio dei governatori della Federal Reserve degli Stati Uniti, nella giornata di giovedì, nel corso di una conferenza sponsorizzata dal Global Interdependence Center e dall’Università delle Bahamas a Nassau.

Se sinora la politica a stelle e strisce ha mostrato spesso ostilità verso Tether e le altre criptovalute dedicate alla stabilità, le parole in questione potrebbero spingerla ad un mutamento di rotta. Soprattutto alla luce del fatto che proprio il biglietto verde è considerato uno strumento chiave per la politica estera statunitense.

Dominio imperiale del dollaro: le parole di Waller

“Non ho elementi per prevedere che il dollaro USA possa perdere a breve il suo status di valuta di riserva mondiale, o per aspettarmi un calo significativo del suo primato nel commercio e nella finanza mondiale”: questa la premessa di Waller, che sembra ignorare alcuni segnali importanti, tali da prefigurare una dedollarizzazione del commercio internazionale.

Secondo lui, è vero che si profilano grosse minacce all’orizzonte, a partire dall’ascesa cinese e dall’affermazione delle criptovalute e dell’euro. Al tempo stesso, però, nel corso dell’ultimo ventennio non si sarebbe verificata un’erosione degna di nota del suo utilizzo. Un utilizzo il quale si traduce nella posizione di grande potenza globale degli Stati Uniti.

Il dirigente della SEC, però, non ha potuto esimersi dal mettere in guardia dalle “potenziali difficoltà per lo status internazionale del dollaro in futuro”. Tanto da avvertire che alcuni recenti sviluppi potrebbero potenzialmente incrementare l’uso internazionale di altre valute. Una tesi, quest’ultima, che fa chiaro riferimento al dinamismo dei BRICS. Basti ricordare in tal senso il recente accordo tra Cina e Brasile che prevede l’utilizzo delle valute locali al posto dei dollari nei rapporti commerciali.

Le stablecoin potrebbero aiutare il dollaro

La parte sorprendente del discorso di Waller è però quella relativa alle stablecoin. Secondo lui, infatti, ad aiutare il dollaro reale nel mantenimento del suo status sarebbero proprio le valute virtuali dedicate alla stabilità.

In particolare, il fatto che molte di esse siano ancorate al biglietto verde concorre alla tenuta della moneta sovrana statunitense. I dati relativi alle stablecoin sembrano in effetti confermare la sua tesi. Basti pensare che insieme Tether e USDT vanno a mettere insieme il 90% della capitalizzazione totale del settore.

Il dato tratto da CoinGecko, però, dice anche un’altra cosa, fissando a 139,5 miliardi di dollari il controvalore in questione. Ovvero meno dei 150,5 miliardi di dollari che costituiscono il totale dei rapporti commerciali tra Cina e Brasile. Se prima dell’accordo tra i due Paesi tale commercio avveniva in dollari, ora non è più così.

A questo accordo potrebbero poi sommarsi quelli tra gli altri componenti storici dei BRICS (Russia, India e Sud Africa) e con quelli in arrivo, a partire dall’Egitto, la seconda economia africana. Senza contare l’evidente fastidio dei Paesi arabi, intenzionati a svincolarsi dall’ingombrante tutela USA. Tanto da spingere gli osservatori neutrali a chiedersi la ratio delle dichiarazioni di Waller.

La FED sta mutando il proprio atteggiamento nei confronti delle stablecoin?

Quanto dichiarato da Waller, in definitiva, sembra il preludio di un mutamento dell’atteggiamento della Federal Reserve nei confronti proprio delle stablecoin. Sinora, in effetti, la FED si è mostrata abbastanza ondivaga in merito.

Nel passato mese di giugno il suo presidente, Jerome Powell, aveva dichiarato al Congresso che la banca centrale considera le stablecoin alla stregua di una forma di denaro, tanto da auspicare un robusto ruolo di supervisione dello stesso organismo nei loro confronti.

A settembre, però, le sezioni della stessa FED di New York e di Boston avevano messo in guardia dalla possibile instabilità che le stablecoin potrebbero introdurre nel sistema finanziario statunitense. Indicarle ora come un fattore di tenuta per il biglietto verde a livello globale sembra quindi sconfessare questi allarmi.

Nel frattempo, peraltro, anche la politica sembra aver deciso di fare la sua parte. Dopo oltre 20 mesi di tentativi, ora un accordo per un regolamento sulle stablecoin sembra molto vicino. Ad affermarlo è stata Maxine Waters, esponente democratica molto nota per il suo lavoro nella commissione finanze della Camera dei Rappresentanti.


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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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