Tra i tanti politici italiani intervenuti per commentare la morte di Alexei Navalny, dissidente russo scomparso in circostanze misteriose, c’è stato Carlo Calenda: il politico ha criticato i cosiddetti “putiniani d’Italia”, definendoli complici di un assassinio e subito Alessandro Orsini, esperto di guerre e relazioni internazionali, si è sentito chiamato in causa. Il professore ha preso ribattuto alle parole di Calenda.
Morte Navalny, il commento di Calenda e la replica di Orsini
La notizia della morte dell’attivista russo anti-Putin Alexei Navalny è arrivata ieri, venerdì 16 febbraio 2024: in molti, tra cui Carlo Calenda, hanno ribadito la propria posizione a proposito del regime politico in vigore a Mosca.
La scomparsa del dissidente, nonché uno dei più grandi nemici degli ultimi anni del Cremlino, è avvenuta in circostanze misteriose, mentre lui si trovava nella prigione di Charp, località situata oltre il Circolo polare Artico.
Ciò non ha fatto altro che aumentare i dubbi e le domande da parte di molti Paesi occidentali e di diverse organizzazioni umanitarie sul ruolo svolto dal presidente russo Vladimir Putin in questa improvvisa morte.
Tra i tanti che si sono schierati contro il leader di Mosca, c’è stato appunto Carlo Calenda. Il politico ha pubblicato sui propri canali social una fotografia di Alexei Navalny. Nella descrizione del post ha ribadito la sua posizione a proposito della Russia di Vladimir Putin.
Ha definito il Paese un “regime assassino e imperialista”. E la morte del dissidente sarebbe, secondo il leader di Azione, l’ennesima prova di tutto ciò. Ma non è finita qui.
Calenda ha puntato il dito anche contro i cosiddetti “putiniani d’Italia”, ovvero contro coloro che nel nostro Paese sostengono Vladimir Putin e il suo governo. Si tratta di tutte quelle persone che, specialmente negli ultimi anni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, si sono schierati dalla sua parte.
Queste le parole di Calenda:
La Russia di Putin è un regime assassino e imperialista. La morte di Navalny ne è un’ennesima prova. I putiniani d’Italia sono complici di un assassino. Punto.
A riprendere le parole del politico e a ribattere è stato subito il professore Alessandro Orsini, volto noto in Italia per le sue numerose partecipazioni televisive in talk di attualità su diverse reti nazionali. Il post dell’ex ministro non è andato giù al professionista, che insegna in università Sociologia del terrorismo.
Orsini non è stato esplicitamente nominato ma, stando alle sue parole, il segretario di Azione, utilizzando l’espressione “putiniani d’Italia” avrebbe fatto riferimento proprio a lui nel post pubblicato sui social.
Orsini: “Calenda abbia il coraggio di fare nomi e cognomi”
Ma come mai il professore si è sentito chiamato in causa? La risposta è molto semplice. A spiegarlo è stato lo stesso docente. Il termine “putiniani d’Italia” era stato il titolo di un articolo pubblicato dal giornale il Corriere della Sera il 5 giugno 2022.
In tale articolo, come ha riferito Orsini, figurava il suo nome e una sua fotografia. Per questo il professore aveva querelato la testata.
Ebbene, con la scomparsa in circostanze misteriose di Navalny, Carlo Calenda ha utilizzato nuovamente questa espressione. Secondo Orsini, il politico avrebbe fatto un riferimento implicito proprio a lui per il motivo appena spiegato.
Sui propri canali social dunque il docente è intervenuto. Ha scritto in un post:
Con la morte di Navalny, Calenda dà inizio alla nuova caccia alle streghe per sfruttare questa tragedia in cambio di qualche like. A suo dire, in Italia ci sarebbero i ‘complici’ degli assassini di Navalny. ‘I putiniani d’Italia’, li chiama, citando il titolo di un articolo del Corriere della Sera del 5 giugno 2022.
E ancora:
In quell’articolo, venivo definito, per l’appunto, un ‘putiniano d’Italia’ con tanto di foto segnaletica. Cosa per cui ho querelato il Corriere della Sera.
Poi ha continuato attaccando direttamente il segretario di Azione. Lo ha definito un “demagogo con il coraggio di un coniglio”. Ha affermato che Calenda ricorre a “questi mezzucci” perché non avrebbe la forza di puntare il dito proprio contro di lui.
A questo punto il docente ha invitato l’ex ministro a fare nomi e cognomi dei cosiddetti “putiniani d’Italia”. Se non lo farà, ha proseguito Orsini
Fornirà nuovo sostegno empirico alla tesi che è un coniglio.
A sua volta non si è fatta attendere la risposta del diretto interessato. Carlo Calenda ha ripreso il post pubblicato dal professore e ha commentato:
Oggi, almeno oggi, abbia il buon gusto di tacere.
Morte Navalny, Calenda: “Passeggiata a meno 50 gradi è omicidio”
Questa mattina, sabato 17 febbraio 2024, il segretario di Azione è intervenuto nel programma di Radio 24 “Amici e nemici”. Ha fatto sapere che la prossima settimana andrà in Ucraina, in occasione dell’anniversario dello scoppio del conflitto con la Russia.
Ai microfoni della radio, Calenda ha ribadito che l’Italia e i Paesi occidentali, in questo momento, sono dei “sonnambuli”, in quanto non starebbero contenendo la Russia. Tale comportamento, secondo il politico, ci potrebbe portare al conflitto diretto con Mosca.
Poi ha aggiunto:
La storia russa è di un’aggressiva penetrazione in Europa.
L’ex ministro ha parlato nuovamente anche dei “putiniani d’Italia”. Ha affermato:
Sono coloro che fanno finta di non vedere che abbiamo un confronto con la Russia putiniana.
È tornato infine sulla morte dell’attivista russo anti-Cremlino 47enne Alexei Navalny, affermando che si è trattato di un omicidio.
Una passeggiata a meno 50 gradi è omicidio.
Lo ha detto in merito alla passeggiata che il dissidente sarebbe stato costretto a fare dalle autorità russe.