Cos’è successo davvero ad Altavilla Milicia? Perché Giovanni Barreca e la figlia 17enne Miriam, aiutati da Sabrina Fina e Massimo Carandente, hanno ucciso Antonella Salamone e i due figli di 5 e 16 anni nella loro abitazione? A fare chiarezza, nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri, 16 febbraio, nella caserma di Bagheria, è stato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio.

Cos’è successo ad Altavilla Milicia: il racconto shock della strage di Palermo

Prima torturati, poi uccisi: sono morti così, nella loro abitazione di Altavilla Milicia, Antonella Salamone, di 41, e i due figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni. A confermarlo, l’unica sopravvissuta a quella che è stata rinominata dai giornali la “strage di Palermo”: la figlia prediletta di Giovanni Barreca, finita in manette come lui e i conoscenti Sabrina Fina e Massimo Carandente per omicidio plurimo e soppressione di cadavere.

Dopo averla accompagnata in una comunità protetta, gli inquirenti sono infatti riusciti a farla confessare: anche lei avrebbe partecipato ai delitti. “Credo in dio e nei demoni. Il diavolo era entrato in casa. Era nei miei familiari”, avrebbe detto alla procuratrice per i minorenni di Palermo Claudia Caramanna, che ne ha poi disposto il fermo, convalidato dal gip.

Stando al suo racconto, per circa una settimana lei e gli altri arrestati avrebbero seviziato la madre e i fratelli con l’attizzatoio del camino e fili elettrici, ustionandoli e percuotendoli. La prima a morire sarebbe stata la 41enne: dopo averla torturata e uccisa, i quattro – pare con l’aiuto dei più piccoli – le avrebbero dato fuoco, seppellendone i resti in giardino.

Poco prima di morire la donna avrebbe chiesto alla 17enne di chiamare i carabinieri. Lei non lo aveva fatto, prendendo parte anche alle violenze sui fratelli, azzittiti con degli stracci sulla bocca, strangolati e poi incaprettati con delle catene di ferro. Davanti agli inquirenti ha sostenuto che rifarebbe tutto, perché “era giusto”, “per liberarli dal demonio”. È probabile che sia stata plagiata dal padre.

La confessione dopo gli omicidi

Era stato lui, Giovanni Barreca, a dare l’allarme. Lo scorso 11 febbraio, mettendosi in contatto con i carabinieri, aveva confessato di aver ucciso la sua famiglia, chiedendo di venire recuperato a Casteldaccia. Una pattuglia si era immediatamente recata sul posto, ammanettandolo.

Per verificare il suo racconto i militari erano poi andati nella villetta di Altavilla. Ad attenderli c’era la figlia 17enne, che ha poi ricostruito tutto. Barreca e i due conoscenti tratti in arresto prima di lei non hanno invece proferito parola: davanti al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Fina e Carandente, in particolare, si proclamano innocenti. Gli inquirenti sono convinti, però, che siano stati loro ad istigare Barreca, convincedolo ad uccidere moglie e figli per liberare la casa da presunte presenze demoniache. Anche loro ci abitavano, da circa un mese.

E Antonella Salamone non ne era contenta. Lo aveva confessato al fratello Calogero e ad un’amica, rivelando loro che i due le mettevano l’intera famiglia contro. Nessuno poteva immaginare che si sarebbero spinti fino a questo punto, neanche chi da qualche tempo aveva notato gli strani atteggiamenti di Barreca, sempre più chiuso nel suo mondo.

La fiaccolata in memoria delle vittime

Ieri sera praticamente tutti gli abitanti di Altavilla Milicia sono scesi in piazza per una fiaccolata in memoria delle vittime.

La notizia del coinvolgimento della figlia diciassettenne di Barreca in questa abnorme violenza ha aggiunto orrore all’orrore. Noi non vogliamo dimenticare, non potremo, ma vogliamo sottolineare che Altavilla Milicia è un luogo di speranza, di amicizia e di generosità. Siamo tutti sconvolti,

ha dichiarato il sindaco Pino Virga, esprimendo la sua solidarietà ai genitori di Antonella, che “avevano concentrato il loro affetto sulla nipote superstite e hanno ricevuto un altro terribile colpo”. A riportarlo è il quotidiano locale Live Sicilia.