La premier italiana Giorgia Meloni ha commentato la morte di Alexei Navalny, il dissidente russo deceduto il 16 febbraio 2024, all’interno della prigione di Kharp, ponendo uno spunto di riflessione per la comunità europea in merito alla guerra che continua a devastare la Russia e l’Ucraina.

Le parole di Giorgia Meloni sulla morte di Alexei Navalny

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa sulla morte di Alexei Navalny, il nemico giurato dell’attuale capo del Cremlino, Vladimir Putin, rivolgendo il suo cordoglio alla famiglia del dissidente russo e sottolineando come la prigionia di Navalny e la triste vicenda di oggi rappresentino un punto buio per l’Occidente.

La premier, oltre a commentare la morte di Alexei Navalny, ha lanciato un appello alla comunità internazionale:

“La morte di Alexei Navalny, durante la sua detenzione, è un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza”.

Le parole del Presidente Mattarella sulla morte di Alexei Navalny

Anche il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, non ha mancato di commentare la morte del dissidente russo Alexei Navalny, e ricordandone l’esemplare coraggio ha dichiarato:

“Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalny è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere”.

Il Presidente ha poi aggiunto:

“La morte di Alexei Navalny nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell’opinione pubblica mondiale. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti. Esprimo alla famiglia di Alexei Navalny il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana”.

Ecco alcune reazioni del mondo politico italiano in merito alla scomparsa di Alexei Navalny e quello che è successo nel presidio davanti all’ambasciata russa.