I bond sono sempre più attraenti e generosi, ma a quanto ammonta la tassazione di uno zero coupon bond? Scopriamolo.
Dopo anni di buio assoluto e di rendimenti nulli e negativi, i titoli obbligazionari sono tornati di grandissima moda e stanno attirando sempre di più l’attenzione degli investitori, in particolare delle famiglie italiane che desiderano proteggere i propri risparmi dall’inflazione e vogliono ottenere un rendimento sul capitale investito. Con l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce i rendimenti dei titoli obbligazionari sono risaliti vertiginosamente.
Molti bond che erano stati emessi con cedole piuttosto basse sono diventati sempre più generosi e appetibili da parte dei risparmiatori. I bond zero coupon ovvero le obbligazioni senza cedola sono titoli di debito, il cui rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di emissione ed il prezzo di rivendita. Tra le obbligazioni zero coupon ci sono: i BoT ed i CTZ, ovvero i buoni ordinari del tesoro ed i certificati del tesoro zero coupon. I zero coupon bond sono titoli senza cedola maggiormente sicuri e meno sensibili alle oscillazioni dei tassi di interesse. A quanto ammonta la tassazione degli zero coupon bond? Facciamo un esempio concreto.
Zero Coupon Bond: ecco a quanto ammonta la tassazione
Gli zero coupon bond sono obbligazioni senza cedola, il cui rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore che viene rimborsato alla scadenza. Prendiamo in considerazione le obbligazioni societarie Banca Intesa San Paolo emesse nel gennaio 1997 e con scadenza fissata all’8 gennaio 2027.
L’emissione di tali bond è avvenuta sotto la pari: la quotazione del titolo è inferiore rispetto al valore nominale dell’obbligazione senza cedola. Il prezzo di emissione del bond trentennale fu pari a quasi 11 centesimi: si trattò di una quotazione piuttosto esigua ma giustificata dall’assenza dello stacco di cedole per un periodo così lungo. Il rendimento iniziale dell’obbligazione societaria zero coupon era stato pari a quasi 7,7 punti percentuali.
Attualmente il prezzo dello zero coupon bond è pari a 89 ed il tasso di rendimento è pari a 3,9 punti percentuali. Nel caso in cui l’obbligazionista detentore dello zero coupon bond bancario avesse intenzione di rivendere il titolo, quale tassazione dovrebbe sostenere? Come detto, il rendimento del bond è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e la quotazione di rivendita del titolo.
Se le obbligazioni Intesa San Paolo (ex Comit) avessero un rendimento pari a 7,7 punti percentuali ed una quotazione pari a 81 centesimi, per la normativa vigente la differenza che intercorre tra il prezzo teorico ed il prezzo di mercato dovrebbe essere tassata con aliquota pari a 26 punti percentuali.
Essendo un’imposta sui redditi da capitale, questa non può essere compensata con minusvalenze precedenti. Ben si comprende che gli zero coupon bond sono poco interessanti ed utili nel caso in cui si abbia registrato perdite pregresse. Con l’atteso taglio dei tassi di interesse i prezzi delle obbligazioni tendono a risalire, mentre i rendimenti sono in calo.
Tassazione zero coupon bond
La tassazione delle obbligazioni senza cedola è piuttosto particolare e farraginosa. La tassazione delle obbligazioni senza cedole (BoT e CTZ) non si basa sul prezzo di mercato del bond, ma sul valore teorico che viene computato sulla base dell’evoluzione del suo sconto rispetto al valore nominale che viene rimborsato.
Queste obbligazioni che non staccano alcuna cedola sono strumenti finanziari che generano redditi con cadenza semestrale o annuale. Dal punto di vista fiscale gli zero coupon bond sono trattati come se offrissero una maxi cedola finale maturata al momento in cui si decide di rivendere il bond. Le obbligazioni senza cedola sono titoli che non consentono d poter recuperare le perdite pregresse. Per questo, i BoT e i CTZ sono titoli obbligazionari poco prediletti dai risparmiatori.