È stata fermata con l’accusa di aver partecipato alle torture precedute agli omicidi anche la figlia 17enne di Giovanni Barreca, finito in carcere insieme ai conoscenti Sabrina Fina e Massimo Carandente per aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel nella loro abitazione di Altavilla Milicia, nel Palermitano, durante un esorcismo. Lo ha reso noto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi, 16 febbraio, nella caserma di Bagheria.

Fermata anche la figlia supersiste di Giovanni Barreca: avrebbe partecipato alle torture

La 17enne si troverebbe in stato di fermo dallo scorso 14 febbraio. “Ha partecipato alle torture dei riti di purificazione”, ha spiegato il pm Ambrogio Cartosio facendo riferimento alle sevizie che Antonella Salamone, di 41 anni, e i figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, avrebbero subito prima di essere uccisi all’interno dell’abitazione in cui vivevano.

È una terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma,

ha proseguito. L’allarme era scattato lo scorso 11 febbraio, quando il 54enne Giovanni Barreca si era messo in contatto con i carabinieri, confessando loro di aver ucciso l’intera famiglia per liberarsi di presunte presenze demoniache.

Quando una pattuglia era arrivata presso la sua abitazione, dopo averlo ammanettato, la terribile scoperta: oltre alla figlia di 17 anni sopravvissuta alla strage, la sua prediletta, gli inquirenti si erano imbattuti nei due corpi senza vita degli altri figli.

Secondo quanto ricostruito finora, sarebbero stati percossi con l’attizzatoio del camino e con dei fili elettrici, venendo soffocati con una sciarpa e incaprettati con delle catene di ferro. Salamone sarebbe invece stata data alle fiamme, venendo seppellita in giardino.

In carcere oltre al muratore sono finiti i due conoscenti Sabrina Fina e Massimo Carandente. Il sospetto della Procura è che abbiano istigato l’uomo ad uccidere i componenti della sua famiglia convincendolo che il diavolo si fosse impossessato di loro. Loro però si proclamano innocenti.

Dietro la strage l’ombra del fanatismo religioso

La coppia, che era stata contattata da Barreca sui social, avrebbe vissuto per almeno un mese all’interno dell’abitazione di Altavilla Milicia, per “purificarla” dalla presenza del male.

Sembra che la partecipazione alle torture sia stata corale, l’unica che mi sento di escludere è la madre (Antonella, ndr),

ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese, ipotizzando che, come la 17enne, anche i due bambini morti abbiano preso parte ai riti sotto l’occhio vigile degli adulti. Da almeno una settimana, del resto, mancavano a scuola. E l’ipotesi è che siano morti dopo la 41enne, che sopravvivendo loro avrebbe potuto opporsi alle violenze.

Violenze che andavano avanti da un po’, all’interno della villetta. Salamone aveva infatti confessato a una vicina di casa di venire picchiata dal marito e di non vedere di buon occhio i due che da un po’ invitava da loro per degli incontri di preghiera. Diceva che mettevano i suoi figli contro di lei.

Con il fratello Calogero si era spinta oltre: gli aveva riferito che, secondo Fina e Carandente, i demoni “andavano bruciati e seppelliti”. Lui aveva pensato ad un rituale figurato, una sorta di “purificazione”, ma più volte aveva comunque provato a convincerla a lasciare Palermo e a tornare a Novara, dove per tanto tempo aveva vissuto.

Barreca però la tratteneva. Aveva problemi di lavoro e di soldi. Sui social non faceva che pubblicare post di stampo religioso, definendosi un “soldato di Dio”, pronto a tutto. Nel corso dell’udienza di convalida del fermo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Come i suoi presunti complici è accusato di omicidio plurimo e soppressione di cadavere.