Alexei Navalny è morto in carcere. Lo riporta l’agenzia russa Tass. Il leader dell’opposizione a Putin aveva 47 anni.

Alexei Navalny: causa morte

Alexei Navalny si è spento venerdì 16 febbraio 2024 nel carcere di Yamalo-Nenets, dove stava scontando la pena. La causa della morte del dissidente, secondo quanto ha riportato la tv russa Russia Today, citando una sua fonte, è stata dovuta al manifestarsi di una trombosi.

In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web, il Servizio penitenziario federale del distretto autonomo di Yamalo-Nenets ha affermato che Navalny “si è sentito male” dopo una passeggiata venerdì e “ha perso conoscenza quasi immediatamente”. Ha riferito inoltre che il personale medico è stato chiamato, ma che non è stato in grado di rianimare Navalny.

Chi era Alexei Navalny?

Navalny, 47 anni, uno dei critici più visibili e persistenti di Putin, era detenuto in una prigione a circa 40 miglia a nord del Circolo Polare Artico dove era stato condannato a 19 anni sotto un “regime speciale”. In un video dalla prigione a gennaio , era apparso magro con la testa rasata.

Ex politico nazionalista, Navalny ha contribuito a fomentare le proteste del 2011-2012 in Russia conducendo una campagna contro le frodi elettorali e la corruzione del governo, indagando sulla cerchia ristretta di Putin e condividendo i risultati in video che hanno raccolto centinaia di milioni di visualizzazioni.

Il culmine della sua carriera politica è arrivato nel 2013, quando ha vinto il 27% dei voti in un concorso a sindaco di Mosca che pochi credevano fosse libero o giusto. Per anni è rimasto una spina nel fianco del Cremlino, identificando un palazzo costruito sul Mar Nero per uso personale di Putin, ville e yacht utilizzati dall’ex presidente Dmitry Medvedev e una prostituta che collegava un alto funzionario della politica estera con un noto oligarca.

Nel 2020, Navalny è entrato in coma dopo un sospetto avvelenamento tramite novichok da parte del servizio di sicurezza russo dell’FSB ed è stato evacuato in Germania per cure. Si è ripreso ed è tornato in Russia nel gennaio 2021, dove è stato arrestato con l’accusa di violazione della libertà condizionale e condannato alla prima di numerose pene detentive che avrebbero totalizzato più di 30 anni dietro le sbarre.