L’Assegno di inclusione, contributo che sostituisce il Reddito di cittadinanza, prevede dei requisiti economici e patrimoniali oltre che anagrafici.

La presentazione della domanda è consentita ai nuclei familiari in cui almeno un componente rientra in una delle seguenti condizioni:

  • Affetto da disabilità media, grave o non autosufficienza;
  • Minorenne;
  • Con almeno sessant’anni di età;
  • In condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica Amministrazione.

Assegno di inclusione spetta a chi ha una casa di proprietà?

E’ possibile avere l’Assegno di inclusione anche se si ha una casa di proprietà.

Il patrimonio immobiliare non deve superare i 30.000 euro, con l’eccezione della prima casa, il cui valore immobiliare non deve comunque superare i 150.000 euro.

La norma legislativa specifica chiaramente che, per poter percepire l’assegno, è richiesto “un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini ISEE, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini IMU non superiore a euro 150.000, non superiore ad euro 30.000”.

È importante sottolineare che questo limite, in relazione alla percezione della Pensione di cittadinanza, non deve superare i 10.000 euro.

Come si calcola il patrimonio immobiliare?

Il computo del patrimonio immobiliare è un procedimento agevole: è sufficiente sommare i valori degli immobili, considerando:

  • L’importo stabilito ai fini dell’IMU per gli immobili situati in Italia;
  • Quello definito ai fini dell’IVIE per gli immobili situati all’estero.

Come si calcola il valore dell’Imu?

Per quanto riguarda il calcolo del valore IMU della casa di abitazione, questo si basa su diversi parametri, tra cui il valore della rendita catastale, il coefficiente di categoria catastale, l’aliquota fissata dal Comune, la quota di possesso e le eventuali riduzioni ed agevolazioni fiscali IMU. Si consiglia di rivolgersi a un professionista per un calcolo accurato.