Sono in molti a chiedersi cosa faccia oggi Manuela Cacco, l’ex tabaccaia 61enne condannata a 16 anni e sei mesi di carcere per aver preso parte all’omicidio di Isabella Noventa, consumatosi nel 2016 ad Albignasego, Padova. A chiarire una volta per tutte la questione è stato il suo avvocato, Alessandro Menegazzo, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa al Gazzettino Veneto.

Cosa fa oggi Manuela Cacco? La nuova vita dopo l’omicidio di Isabella Noventa

Il legale ha parlato della sua assistita come di una “detenuta modello“, facendo sapere che il magistrato di sorveglianza le ha concesso di svolgere un’attività lavorativa all’esterno del penitenziario in cui è reclusa, La Giudecca. Circa due volte a settimana l’ex tabaccaia, 61 anni, esce quindi dal carcere per svolgere lavori di pubblica utilità in un centro cattolico del Veneziano, venendo pagata circa 20 euro al giorno.

Ha scontato otto anni, metà della pena che i giudici le hanno riconosciuto per aver preso parte all’omicidio di Isabella Noventa insieme ai fratelli Debora e Freddy Sorgato, al momento detenuti a Bollate. Il suo fine pena è previsto per il 9 febbraio 2031, ma, usufruendo degli sconti relativi alla buona condotta, la donna potrebbe anche uscire prima (come è successo, di recente a Michele Misseri, condannato per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa dalla moglie e dalla figlia ad Avetrana).

Un’eventualità che il fratello della vittima, intervistato dal Corriere della Sera, ha definito “ingiusta”.

Ricordiamo che è stata in grado di accordarsi con gli altri due e di organizzare un omicidio in quindici giorni, mantenendo il sangue freddo e dormendo serenamente la notte. Nonostante questo la legge le ha permesso di chiedere il rito abbreviato per avere lo sconto di pena, le ha pemesso anche di usufruire della buona condotta: sono passati otto anni ed è già fuori,

ha dichiarato, aggiungendo di non avere alcuna intenzione di incontrarla.

La scomparsa di Isabella Noventa

I fatti risalgono alla notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Isabella Noventa aveva 55 anni e lavorava come segretaria per uno studio medico quando, all’improvviso, scomparve nel nulla. Ad avvistarla per ultimo fu l’allora compagno Freddy Sorgato, che sostenne che la donna potesse essersi allontanata volontariamente dopo aver incontrato una sua amica per il post-cena nel centro di Padova.

Una settimana più tardi la Procura chiamata a fare luce sul caso decise però di aprire un fascicolo d’inchiesta per omicidio e sequestro di persona, iniziando a scandagliare la vita e i rapporti interpersonali della donna. Qualche mese dopo furono iscritti nel registro degli indagati Freddy Sorgato, la sorella Debora e Manuela Cacco, dipendente di un locale di proprietà del primo.

L’omicidio, il movente e le condanne

Si scoprì che i due avevano una relazione e che, di comune accordo con la sorella di lui, che ne era molto gelosa, avevano programmato l’omicidio della 55enne spinti da diversi moventi. A finirla, colpendola con un martello e chiudendole la testa in un sacchetto di plastica, fu, secondo gli inquirenti, Debora Sorgato, che insieme al fratello si occupò anche dell’occultamento del cadavere.

Manuela Cacco, come da copione, partecipò invece ai tentativi di depistaggio che seguirono alla denuncia di scomparsa della donna, il cui corpo – nonostante le intense ricerche – non sarebbe mai stato ritrovato. Lei è stata condannata a 16 anni e sei mesi di carcere; i due fratelli, che ebbero un ruolo più attivo dell’omicidio, a 30 anni ciascuno.

La sentenza definitiva è stata emessa nel 2020, quattro anni dopo l’inizio della vicenda, che aveva lasciato esterrefatta la comunità locale come il recente omicidio di Giulia Cecchettin per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta, finito in carcere a Montorio Veronese con l’accusa di averla prima sequestrata nella sua auto e poi uccisa in “due atti di inaudita ferocia” a pochi giorni dalla sua discussione di laurea. Il motivo? L’ossessione che aveva sviluppato nei suoi confronti e che non gli consentiva di accettare la sua decisione di mettere fine alla loro relazione.