In Italia, il fenomeno della desertificazione bancaria sta accelerando a ritmi preoccupanti, con un significativo numero di comuni privi di accesso diretto ai servizi bancari. Nel 2023, si è registrata una chiusura massiccia di filiali e quindi alla scomparsa degli sportelli bancari fisici, portando a un totale di 3.300 comuni, corrispondenti al 41% del territorio nazionale, senza alcuna presenza bancaria. Questa situazione ha lasciato oltre 4 milioni di persone senza servizi bancari fisici nel loro comune di residenza, evidenziando una crisi che non mostra segni di rallentamento.
Sportelli bancari in via di estinzione? La diffusione territoriale e le implicazioni socio-economiche
La riduzione delle filiali bancarie non riguarda solo le aree rurali o i piccoli comuni, ma si estende anche ai centri urbani maggiori, aggravando il disagio per una vasta parte della popolazione. In particolare, le regioni più colpite da questa tendenza sono le Marche, l’Abruzzo, la Lombardia, la Sicilia e la Calabria. Il trend ha un impatto negativo anche sul tessuto imprenditoriale, con oltre 255.000 aziende situate in comuni privi di filiali bancarie, registrando un incremento di 22.000 unità rispetto all’anno precedente.
Desertificazione bancaria: le categorie più colpite dalla sparizione degli sportelli bancari
Una delle categorie più colpite dalla chiusura delle filiali bancarie è rappresentata dagli anziani e dai cittadini con minori competenze digitali. Questi gruppi, già vulnerabili, si trovano a fronteggiare ulteriori ostacoli nell’accesso ai servizi bancari essenziali, aggravando il divario digitale e socio-economico. La bassa propensione all’uso dell’internet banking, inferiore alla media europea, sottolinea dunque una necessità di mantenere un’offerta di servizi bancari fisici inclusiva e accessibile, a fronte del processo di digitalizzazione che avanza.
Nonostante la crescente digitalizzazione dei servizi bancari, in Italia solo il 51,5% degli utenti utilizza soluzioni online, una percentuale significativamente inferiore alla media europea del 63,9%. Questa situazione evidenzia una discrepanza nell’accesso ai servizi finanziari, con ripercussioni sia sul benessere individuale che sulle opportunità economiche delle comunità colpite.
La contrapposizione con il modello USA
Mentre l’Italia assiste a una progressiva riduzione della presenza bancaria sul territorio, negli Stati Uniti si osserva un fenomeno opposto. Giganti bancari come J.P. Morgan e Bank of America stanno espandendo la loro rete di filiali, riconoscendo il valore della vicinanza fisica ai clienti non solo per il benessere sociale, ma anche per il successo economico delle banche.
Chiusura delle filiali bancarie in Italia: i numeri
Nel corso del 2023, l’Italia ha assistito alla chiusura di 823 filiali bancarie, un incremento rispetto alle 677 chiusure registrate nel 2022. Questo trend, come anticipato all’inizio dell’articolo, ha portato a una situazione in cui oltre 3.300 comuni, rappresentando più di 41% dell’intero territorio nazionale, si trovano privi di qualsiasi filiale bancaria. Questa circostanza ha lasciato circa 4,4 milioni di cittadini senza accesso diretto ai servizi bancari nel proprio comune di residenza, costringendoli a spostarsi verso comuni vicini o a rivolgersi a soluzioni digitali.
Desertificazione bancaria: le Regioni più colpite
Il fenomeno della desertificazione bancaria non è distribuito omogeneamente sul territorio nazionale, ma colpisce con maggiore intensità alcune regioni. Le Marche, l’Abruzzo, la Lombardia, la Sicilia e la Calabria sono tra le più affette, registrando le percentuali più alte di chiusura delle filiali nel 2023, come si evince nella tabella sottostante. Tuttavia, anche al Nord sono da considerare alcune Regioni colpite da questo fenomeno, Valle d’Aosta e Piemonte in primis, ma anche Liguria. Ecco la tabella che esemplifica in percentuale i Comuni senza più nessun sportello bancario fisico al 31 dicembre 2023 ripartiti per Regione:
REGIONE | COMUNI SENZA SPORTELLI BANCARI 31 DICEMBRE 2023 |
Molise | 82,4% |
Calabria | 73,3% |
Valle d’Aosta | 67,6% |
Piemonte | 62,9% |
Abruzzo | 61% |
Liguria | 55,1% |
Campania | 53,6% |
Lazio | 49,7% |
Basilicata | 47,3% |
ITALIA | 41,5% |
Sicilia | 37,6% |
Lombardia | 35,2% |
Sardegna | 32,4% |
Marche | 31,6% |
Umbria | 31,5% |
Friuli Venezia Giulia | 31,2% |
Puglia | 24,1% |
Veneto | 18,8% |
Trentino Alto Adige | 13,5% |
Toscana | 9,5% |
Emilia Romagna | 7,9% |