L’INPS ha reso nota la lista completa di coloro che vanno in pensione a 63 anni e 5 mesi. Nel complesso mondo delle pensioni, spesso si affrontano temi legati all’anticipo pensionistico o alla possibilità di ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni di età senza subire troppe penalità.

I nati nel 1961 devono esaminare diverse opportunità per pensionarsi nel 2024; quindi, è importante valutare le scadenze degli strumenti previdenziali operativi per l’anno in corso, ma anche considerare che congedarsi prima del tempo potrebbe non essere molto vantaggioso e nascondere più di un’insidia. Vediamo insieme la lista completa di chi va in pensione a 63 anni di età.

INPS, pensione a 63 anni

In fondo, l’occasione per lasciare il posto presentando una domanda subito c’è già ed è l’anticipo pensionistico Ape sociale. Si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a coloro che compiono 63 anni e 5 mesi, ovvero per i nati nel 1961, se non sono titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

L’indennità APE Sociale viene riconosciuta a domanda ed erogata fino al raggiungimento dell’età pensionabile, ovvero per la pensione di vecchiaia o altro trattamento anticipato ordinario (art. 24, comma 6, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cd. legge Monti-Fornero). La misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024.

La lista completa dei beneficiari

Conformemente alle indicazioni fornite dall’INPS, L’indennità APE Sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata che si trovano in una delle seguenti situazioni:

  • si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, ovvero per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più mansioni gravose.

Elenco professioni gravosi

Le professioni (cd. gravose), presenti nell’allegato 3 della legge 234/2021 sono di seguito riportate:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Per le lavoratrici madri i requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

INPS pensione a 63 anni: come funziona

La pensione a 63 anni e 5 mesi viene erogata per 12 mensilità, l’importo della rendita mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione non supera 1.500 euro.

È importante sottolineare che l’anticipo pensionistico non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo e cessa in caso di decesso del titolare, infine l’indennità non è reversibile ai superstiti.

Quando scade la domanda per l’Ape sociale?

Coloro che sono interessati a presentare la richiesta di accesso al beneficio devono soddisfare i requisiti sopra indicati entro il 31 dicembre 2024. Per legge è necessario inviare la prima domanda preliminarmente di diritto alla pensione da presentare entro il 31 marzo 2023, 15 luglio 2023 e, comunque, non oltre il 30 novembre 2023.

Per maggiori dettagli, si rimanda al sito INPS. In alternativa, è possibile contattare il Contact Center Multicanale al numero 803 164, gratuito da telefono fisso, o al numero 06 164 164 da cellulare, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori.